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La politica del vero. “I cittadini vogliono sapere!”

La politica del vero. “I cittadini vogliono sapere!”
Marzo 11
17:39 2013

rosolino-spettacoloLa trattativa è il peccato originale della Seconda Repubblica. E senza verità e giustizia sulle stragi non ci possiamo definire un paese civile
Salvatore Borsellino
La sala è gremita… gli spettatori non sono semplici spettatori, sono quegli spettatori che oltre a vedere la politica di sguincio, additando fatti, persone e parole attraverso lo sguardo di giornalisti che non si vergognano di dire la verità, vorrebbero essere essi stessi attori delle proprie vite e rendere questo paese differente, poter un giorno raccontare ai propri figli le barzellette sulla realtà italiana quale è oggi e quale è stata ieri (anche se non sarebbero proprio belle barzellette), un’Italia tanto ridicolizzata all’estero ma che qui in Italia non fa quasi notizia quando non si vuol vedere la realtà da vicino quale è.

E quale è questa realtà? Marco Travaglio la racconta partendo dalle stragi della mafia di Falcone e Borsellino e attraverso questo filo che si dipana dal passato fino al presente ci accorgiamo che la realtà è questo peso enorme che ci portiamo dal passato e che ci ritroviamo nel presente, un macigno di obbrobri e bugie fantasmagoriche che ieri equivalevano alle trattative aberranti tra Stato e Mafia. Uno spettacolo per raccontare la storia della trattativa fra Stato e Mafia, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino ad oggi. La presunta trattativa tra Governo italiano e Cosa nostra è stata una negoziazione avvenuta all’indomani della stagione delle bombe del ’92 e ’93 con lo scopo di giungere a un accordo che avrebbe previsto la fine della stagione stragista in cambio di un’attenuazione delle misure detentive previste dall’articolo 41 bis e di altro. La trattativa è ancora oggetto di indagini giudiziarie ed è stata dichiarata reale nella motivazione della sentenza del processo a Francesco Tagliavia per le bombe del ’92 e ’93. Secondo tale sentenza l’iniziativa per la trattativa «Fu assunta da rappresentanti dello Stato e non dagli uomini di mafia.» La trattativa quindi è vera, non è più presunta. La trattativa è certa, è avvenuta e non l’ha voluta la mafia ma lo Stato e negoziati fecero da sfondo alle stragi, condizionando la politica negli ultimi vent’anni. (Una storia di patti inconfessabili, di segreti e ricatti che hanno dato vita alla Seconda Repubblica e continuano a inquinare la presunta Terza che sta per nascere.) Marco Travaglio narra fatti drammatici in forma tragicomica, sottolineando gli aspetti grotteschi e ridicoli delle campagne di stampa negazioniste e giustificazioniste scatenate da giornali e tv soprattutto dopo l’intercettazione di telefonate fra l’ex ministro Mancino, il presidente Napolitano e il suo consigliere giuridico che subito si attivò per devitalizzare e o aggiustare le indagini della Procura di Palermo. Le telefonate depositate dai magistrati e dunque pubbliche, anche se subito censurate dai grandi media, verranno lette e spiegate sul palco. Le musiche che intercalano il monologo teatrale della Ferrari e le letture di Travaglio vengono eseguite dal vivo da Valentino Corvino che con grande maestria fa emettere note diverse dall’orlo di bicchieri… su cui non solo s’inebriano spiriti e arrossiscono labbra al sapore del vino, ma dita sapienti scrivono, circolarmente, prolungati tintinnii che fanno eco al sentimento di suspense generato poco prima dalle parole di Travaglio. La musica lasciata raccontare sottovoce, delicatamente, dai ‘margini delle pagine di vetro’ di bicchieri di varie misure si trasforma poi (al contrario) nel poderoso suono di un archetto sfregato sul violino la cui musica viene registrata mentre è suonata e si sovrappone a quella che verrà eseguita dal musicista subito dopo… come nel dialogo fra due voci al telefono. Quando una sta finendo per far entrare l’altra voce in realtà quest’ultima è già pronta per iniziare il suo ‘pezzo’ e si inanella alla prima, come onde del mare. A fare da contraltare alla cattiva politica illustrata da Travaglio per fortuna ci sono le immagini e le parole di uomini che invece hanno creduto sempre alla verità (Calamandrei, Pasolini etc.), parole che vengono abilmente recitate dall’attrice Isabella Ferrari che legge brani di grandi politici e intellettuali sulla buona politica, quella che rifiuta ogni trattativa e compromesso con la malavita e il malaffare. Ed ecco che da spettatori (e potenziali fautori delle nostre vite) in una società mascherata non solo a carnevale, la parola ‘politica’ giunge alle nostre orecchie, dal bellissimo monologo dalla stessa Isabella Ferrari, come qualcosa che non è così diverso dal ritrovarci lì in quel momento al Gran Teatro di Roma. Noi, quella parte di cittadini italiani un sabato sera prima delle elezioni, stiamo facendo politica e stiamo dicendo attraverso la voce di Isabella Ferrari e Marco Travaglio, che «I cittadini italiani vogliono sapere!!!» O meglio ‘Pretendono sapere’.
I cittadini italiani vogliono sapere la verità sulle stragi della mafia, vogliono sapere la verità sullo Stato, complice, vogliono sapere la verità sui tagli alla sanità e alla scuola per tutti, e sulle montagne di rifiuti… vogliono sapere di che vita devono vivere, di che aria devono respirare, di che cibo devono mangiare, di che baggianate devono quotidianamente continuare a farsi propinare… di essere presi per i fondelli! Perché quella parte dei cittadini italiani che ascolta tutte quelle meschinità che ha commesso la politica nel passato più o meno recente e che Travaglio sapientemente ci racconta senza fare interpretazioni ma riportando semplicemente i fatti: elencando telefonate e situazioni reali realmente accadute, quella parte di italiani non vuole più convivere con la parte di ‘mela marcia’ che caratterizza la parte ‘malata’ della nostra società, vuole sapere per cambiare e poter vivere finalmente in un paese potenzialmente ‘civile e democratico’ senza censure e menzogne, senza leggi ad personam, ricatti ed ingiustizie . Travaglio parla di quelle confessioni che sono arrivate da parte di mafiosi, della rivelazione di Ciancimino che racconta delle trattative tra Stato e Mafia, e che poi hanno ‘schiarito la memoria’ anche ai politici che hanno iniziato a confessare! E dopo un’omertà di venti anni… sono arrivate così anche altre confessioni ma non grazie alle indagini… ma grazie ai pentiti! “…Forse prima o poi si pentirà anche lo Stato!” Marco Travaglio continua a raccontare, fatti e persone e dialoghi avvenuti. Parla dell’intercettazione di Mancino e Napolitano uscita su “Panorama”; delle polemiche avvenute per questa intercettazione al capo dello stato “che non si potrebbe fare…” ma chi l’ha detto? In realtà le norme che stabiliscono ciò non ci sono e bisogna essere al corrente se qualcuno, in qualsiasi veste, viola i principi fondamentali. Anche Scalfaro viene intercettato nel ’93 e non dice niente, forse perché non aveva niente da nascondere. Ad agosto arrivano le firme di solidarietà verso il Fatto Quotidiano che aveva riportato la vicenda. Ricordare, la parola d’ordine dello spettacolo del giornalista che torna sui palchi di tutta Italia per raccontare una delle pagine più tristi della storia contemporanea: la trattativa Stato-Mafia. Ogni sera fino al giorno delle elezioni, apre l’esibizione il prologo: «Votare informati. Il Parlamento è anche tuo, aiutaci a tenerlo pulito», ovvero una lunga lista dei candidati alle prossime elezioni dal curriculum impresentabile. Così che ogni elettore possa presentarsi alle urne e fare una scelta consapevole. Segue il racconto nei dettagli di quella trattativa, definita da molti “presunta”, mentre, come dice Marco Travaglio, «di presunto sembra esserci solo lo Stato.» Uno spettacolo da guardare e ascoltare con il fiato sospeso, sommersi dai fatti e dalle parole, consapevoli che l’informazione ben fatta è uno dei pochi strumenti rimasti ai cittadini.

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