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LA PASSIONE: RIEVOCAZIONE STORICA A ROCCA DI PAPA

LA PASSIONE: RIEVOCAZIONE STORICA A ROCCA DI PAPA
Aprile 19
19:40 2019

I volontari del GruppArt diretti da Mario Giovanetti, con il Patrocinio del Comune di Rocca di Papa, anche quest’anno non hanno fatto mancare il loro impegno alla rievocazione della Passione di Gesù…  li ricordiamo oggi, Venerdì Santo.

 

Grigio il cielo, livore d’infinita tristezza. I colori spenti, non tonalità che s’alimentano di luce. Scendono silenziosi, circondati dal popolo, nelle loro vesti che richiamano un passato doloroso, fatto di volontà ch’ogni volta si spera di cambiare e si ripetono, invece, da duemila anni e più.

Indugiamo, sovrasta la nostra attesa l’arcaica Rocca, profilo che s’erge tra colori spenti, non un raggio di sole che possa riverberare sulla bellezza d’un borgo antico.

Li vediamo arrivare nelle loro vesti d’un passato che si ripete ogni anno: fa freddo, l’aria gelida avvolge i passanti, tradendo le aspettative d’una primavera annunciata, ma da giorni nascosta chissà dove. Alcuni hanno sandali senza calzini, leggere le  vesti, altri indossano nascosti indumenti per resistere all’umido clima che minaccia pioggia.

Si ripete la storia: l’Uomo tradito, dopo un’ultima cena consumata su terra un tempo riservata alla sepoltura d’antichi paesani. Realistica si tramanda l’attesa di un dramma che non può essere evitato, un amaro calice bevuto al dolore d’un tradimento che nulla poteva evitare.

E la farsa di un processo, l’inutile difesa, sempre più fievole insistenza di un’innocenza negata e la condanna, crudele, voluta, efferata vendetta contro chi scardina ipocrite certezze d’un potere mascherato di fallace fede. S’immedesimano le anime di chi rievoca, scuotono le coscienze di chi assiste e si vorrebbe che per una volta non andasse così, s’affievoliscono le speranze di una redenzione impossibile: tutto è scritto, tutto è già segnato.

La sofferenza d’un Uomo che raggiunge il luogo di morte, tra la folla che incalza, urla la sua condanna contro chi veramente la merita e la salita, dura, impietosa, con il dolore di una Donna ch’ha dato la vita e accompagna quel Figlio, ne condivide la sofferenza verso l’estremo supplizio.

Entra nel cuore il canto, le note trapanano l’anima, s’avvolge il dolore che prende forma in un ricordo, in una rievocazione, in un dramma senza fine che prelude al sacrificio. E il volto, il corpo piagato toccano terra sotto il peso della Croce, quel Legno ch’è strumento di agonia e disperazione, in un tormento senza fine. Fresco quel panno, d’infuocato martirio imprime il Volto e il cammino riprende, passo dopo passo sfiora chi, disperato, per sempre rinnega la vita perdendola in un ultimo spasimo del suo rimorso…

Estremo confine raggiunto, s’innalza nella penombra di una condivisa, dolorosa pena d’inerte presenza a un dolore senza rimedio – sofferenza condivisa nell’impotenza più totale che non sia preghiera -, l’Uomo.

È un tempo sospeso nello spasimo, condivisione di tragica pietà per una Madre che sente lacerare il suo cuore nello strazio del penoso patimento.

Non c’è stacco, immobile sembra ogni attimo di tempo e d’improvviso, reale, il Cielo s’apre: tuono, prolungato rimbombo che pare perdersi nell’eco del tempo. Tutto è compiuto. La tragedia d’essere umanità, passa per la tribolazione, affinché si compia quell’ attesa di salvezza.

Pietà e compassione, dolore e pianto in occhi senza lacrime per quel povero, misero corpo innocente, trucidato in un travaglio di follia senza speranza. E l’abbraccio in un’agonia da viva, quella di una madre che stringe quel povero corpo senza vita, eterno dolore di ogni guerra, di ogni odio, di ogni malvagità… lacrime che restano nell’intimo di ciascuno e pesano, una per una, zavorra d’essere al mondo.

Non resta che il sepolcro… tra il dolore d’ogni angoscia, alla ricerca di una rassegnazione che solo il tempo può offrire.

E improvviso, un riverbero in penombra d’un fievole azzurro che sempre più s’accende di Luce: fuggono le tenebre, s’aprono i Cieli.

E’ risorto! Nella grande Casa del Signore, Duomo dell’Assunta che nostri avi han costruito nel tempo con sudore e fatica, ecco si ripete il grande messaggio di Fede: Cristo è risorto!

 

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