La nuova manomissione delle parole, di Giancarlo Carofiglio
La nuova manomissione delle parole, di Giancarlo Carofiglio
Edizioni la Repubblica, 2021
(…) È un’arte difficile e perduta, quella di dire no.
“No alla brutalità della politica, no alla follia delle ingiustizie economiche che ci circondano, no all’invasione della burocrazia nella nostra vita quotidiana. No all’idea che si possano accettare come normali le guerre, la fame, la schiavitù infantile. C’è un bisogno enorme di tornare a pronunciare quella parola. E invece ne siamo incapaci.”
Per acquiescenza, per scettiscismo, per pura pigrizia. (…) Carofiglio rilancia nel 2021 (prima edizione del “lontanissimo” 2010) e alla grande il suo (ma non solo) bello, buono e giusto “sentire e metabolizzare il verbo ed il vocabolo” con questa interessantissima e ben strutturata (notevole la bibliografia e le Note) pubblicazione che aiuta e guida ad uso più onesto, vero ed integrale e meno, ahinoi, superficiale o “strumentale” o fazioso dell’atto e fatto umano per antonomasia, la “parola” appunto.
Un’energetica concentrata “spremuta socio-culturale” di ragionamenti, idee o riflessioni, utile a (ri-)scoprire il senso e significato più profondo, bello, buono, giusto e pieno di un modo di parlare, quintessenza ed anima dell’essere ed agire umano, sfrondato da ogni forma di cinismo o fanatismo. Mi balza in mente un’epica scena madre del film “Palombella rossa”, dove il protagonista esorta, con modi “amorevolmente rudi”, a parlare bene in quanto è anticamera del bene comportarsi.
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