La nostra vera Italia
Quanto vale un cervello in questo mercato delle pulci in cui ogni giorno si cerca affannosamente la propria dose di sopravvivenza? A che serve un cervello – un buon cervello, funzionante e creativo – in una società soggiogata che non prevede sbocchi e alternative alla solita sbobba conventuale? Che se ne fa uno di un cervello lucido e ragionante in un contesto dove stupidità e follia reggono lo scettro del comando?
Dove i cervelli – i migliori cervelli, quelli che tutto il mondo ci invidia – sono messi in standby perché si atrofizzino ad evitare fastidiose alzate d’ingegno? Che destino aspetta i grandi cervelli che s’incarogniscono a restare in questa Italia che non sembra più essere la Patria di nessuno? E che ne sarebbe di questa nostra Italia senza i suoi figli migliori? E li vediamo andare e tornare, portare fuori dai confini nazionali le loro scalpitanti idee, raccogliere onori e consensi, farsi largo fra gli studiosi più agguerriti e tornare inevitabilmente a ‘casa’ e trovare ancora e sempre le porte sbarrate, il percorso di conoscenza precluso da infamanti paletti e divieti di transito abusivi. Eppure i buoni cervelli non demordono, eredi dei Grandi Padri non hanno facoltà di resa e vanno avanti, con umiltà e caparbia, scintillanti e miracolosamente refrattari a ogni tentativo di annichilimento. E questa è la nostra Italia, la nostra vera Italia, incorruttibile e geniale.
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