La neve di fuoco – Rievocazione storico-teatrale del primo bombardamento di Rocca di Papa
Efficace ed emotivamente coinvolgente il 9 febbraio, introdotto dal Sindaco Massimiliano Calcagni, è stato portato in scena da Piero Botti nel Teatro Civico di Rocca di Papa uno spettacolo dedicato ai terribili momenti del primo bombardamento della nostra città, avvenuto il 14 febbraio del 1944: La neve di fuoco.
Essenziale la scenografia, come essenziale e diretto è stato il contenuto ricostruito con grande senso di appartenenza dell’opera scritta da Piero.
Ottanta anni sono trascorsi da quel tragico giorno di tramontana, una giornata tersissima e glaciale: alle 14 00 si scatenò l’inferno in questo piccolo borgo rocchegiano, nel quale poco era durata l’illusione di non essere bersaglio delle bombe che dal cielo erano piovute sui paesi vicini.
Terrore, morte, distruzione: ogni personaggio, interpretato con efficacia e profonda consapevolezza dell’attimo tragico da rievocare, è stato veicolo di memoria, dolore, incredula attesa, tragedia e morte.
Rita Lupardini, Marianna Calicchia, Luigi Carfagna, Massimo Onesti, Massimiliano Di Ramio, Monia Carfagna, Alessandro Gatta, Enrico D’Alessandri, Carlo Meconi, Giulia Gatta, Gerardo Ballanti, Francesco Cimino, Angelo Querini alle luci: ciascuno ha offerto in musica, canto e in recitazione – anche in dialetto – quel senso di appartenenza nell’affrontare questi tragici momenti bellici.
Gente comune nelle grotte a cercar riparo, a schivare rastrellamenti, a porsi in prima persona per salvare dalla fucilazione uomini innocenti: prendono vita Suor Brunilde e l’ufficiale tedesco suo compagno d’infanzia che lascia andar liberi i prigionieri destinati alla morte. E l’eroica morte del medico condotto, dott. Migliaccio colpito da una scheggia impazzita, le suore del Castello di De Farro infaticabili nel curare i feriti e ricomporre salme…
La fame, il freddo, il cibo introvabile: ci si arrangia con ramoracce ed erbe selvatiche, la farina di castagne per il pane dei poveri… le pale per scavar sotto le macerie dove sono intrappolati i poveri cristi sorpresi dalle bombe… e non tutti saranno fortunati a riveder la luce.
Commovente il brano di Gianfranco Botti, letto a due voci da Maria Del Nero e Giorgio Serafini, nel quale due vittime dell’ultimo bombardamento avvenuto a maggio salgono verso il Cielo, lei ottuagenaria, lui piccolo infante di appena due mesi che dalla mamma morente accoglie tremule lacrime… tangibile in ogni spettatore in doloroso silenzio la condivisa commozione di fronte al dramma della guerra…
Meritati gli applausi e i complimenti a tutti, un doveroso riconoscimento di quanto lodevole sia mantener la memoria storica e tramandarla alle future generazioni, come accadrà infatti anche il prossimo 14 febbraio, sempre nel nostro Teatro, coinvolgendo le classi del nostro Istituto comprensivo Leonida Montanari.
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