La musica ebraica
La musica religiosa e popolare degli ebrei ebbe la sua origine ai tempi dell’Antico Testamento e, utilizzata principalmente nelle cerimonie pubbliche del culto, trovava un vasto impiego anche in occasioni semi-rituali come incoronazioni e festeggiamenti.
Gli strumenti maggiormente utilizzati nell’antichità erano quelli a corda, il più caratteristico dei quali era il kinnor, o lira, che la tradizione attribuisce al re Davide. Altri cordofoni erano il nevel o arpa, e l’asor o cetra.
La tromba, hasora, e il corno d’ariete, shofar, erano strumenti rituali usati nel Tempio e in connessione con i personaggi regali; lo shofar svolge ancora oggi un ruolo nei riti ebraici, come nel giorno del digiuno di Yom Kippur. Tra gli strumenti a percussione c’erano il tof (un tamburo a cornice suonato dalle donne), la campanella detta pa’amon e i msiltayim, o cimbali. Durante la liturgia del Tempio i sacerdoti intonavano i testi liturgici, accompagnati da un’orchestra di professionisti che eseguiva una versione arricchita della melodia. Il canto comune conosceva anche una forma dell’antifona (canto alternato di due cori che si rispondono): il sacerdote o un gruppo corale cantava una parte e i fedeli l’altra. Con la diaspora, e dopo la seconda distruzione del Tempio di Gerusalemme del 70 d.C. ad opera dell’esercito romano guidato da Tito Flavio Vespasiano (il futuro imperatore Tito), la sinagoga, edificio di culto della religione ebraica, assunse sempre maggiore importanza, perché contribuì in modo determinante alla conservazione dell’identità religiosa giudaica. Senza Tempio gli ebrei, in segno di lutto, abbandonarono progressivamente l’uso degli strumenti e utilizzarono solo la potenza della voce. L’elemento musicale vocale rimase comunque inscindibile dalla preghiera ebraica.
Verso il I secolo d.C. la pratica liturgica della salmodia (l’intonazione melodica della Scrittura) passò dal sacerdote a un membro laico della congregazione. Successivamente, le risposte cantate, richieste dalla liturgia, furono assegnate all’intera parte maschile della congregazione.
All’inizio del Medioevo sorse l’istituzione dell’hazan, il cantore. Nel corso dei secoli questa pratica, inglobando sempre più elementi di canti cattolici e protestanti, creò melodie cantorali estremamente elaborate, ben lontane quindi dagli antichi modi di preghiera originali. A partire dal xv secolo nei ghetti dell’Europa orientale gruppi di musicisti popolari (klezmerim) iniziarono a eseguire la loro musica in sinagoga e nelle feste profane. Talvolta si esibivano anche per i cristiani, fungendo così da tramite culturale.
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