La morte dell’articolo determinativo il
Quante pagine di analisi grammaticale alla scuola elementare! Almeno ai miei tempi, quando si doveva esaminare la frase nei minimi particolari – e sia benedetta la memoria di quel modo di imparare a scrivere! – il era articolo determinativo maschile singolare. Il tavolo, ad esempio; il lavoro, il complesso, il dubbio, il treno, il mare, il monte.
Ve l’immaginate un bambino (o addirittura un adulto) vergare sul foglio: la tavolo, illa lavoro, illa complesso, la dubbio, la treno, illa mare, illa monte?
Bocciatura certa agli esami o, come si usava fino a qualche lustro fa, rimandati a settembre. Eppure, se acuite bene l’udito, vi accorgerete che – specie le donne – in televisione, ai telegiornali, in diversi programmi pure ‘culturali’, oltre alla punteggiatura sballata per cui si saltano i punti fermi e le virgole, magari prendendo fiato dove il discorso è corrente, è invalso (e si sta espandendo) il vezzo ridicolo, dannoso, fastidiosissimo di trasformare l’articolo il, maschile, nel la, femminile. Inoltre si è creato un nuovo ‘articolo’, finora mai sentito: illa.
Vi prego di farci attenzione. Non sto scherzando. Non molti lo notano ma, se avvertiti, si accorgono della stortura linguistica e ne sentono il fastidio. Ripeto: non bastava il massacro della sintassi, l’errore nei verbi, l’annullamento della consecutio temporum, il congiuntivo cancellato dalle regole, le pause trasgredite, l’espunzione delle virgole, dei punti fermi, dei puntini di sospensione, del punto interrogativo e di quello esclamativo (per fortuna non tutti i divi della tv stanno a questo livello di sgrammaticatura): è stato creato un nuovo articolo e, di conseguenza, inaudite preposizioni articolate.
Povera lingua nostra, già tanto compromessa nella sua purezza per la quale sudarono il padre Dante e Petrarca, Boccaccio, Pietro Bembo, Ariosto, i cruscanti e gli anticruscanti, Pietro Verri, la decoratività del Marino fino a una sorta di disgusto per le polemiche linguistiche, che giunsero perfino allo ‘sciopero della lingua’ fra Sei e Settecento. Accese furono le diatribe fra i conservatori e quelli che accoglievano (italianizzandole) parole di altre nazioni e neologismi adattabili alla nostra parlata cantabile. Oggi prevale un linguaggio misto, non solo nei termini ma anche nella costruzione della frase e del periodo. Anglismi, forestierismi, borborigmi, disarticolazioni del linguaggio e del periodo, idiomi di ‘gruppo’ fra i giovani, impermeabili al nostro udito di lettori di Manzoni, coprolalie gratuite anche nei romanzi di gran voga, idiotismi di ogni genere. E ora, dalla grande mamma Tv, anche un nuovo articolo che lega il femminile al maschile e conia assonanze terribili a orecchie abituate ai lettori del telegiornale e del giornale radio di una volta, selezionati e inappuntabili!
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento