“La moneta di ferro” di Jorge Luis Borges
«Non d’acqua ma di miele sarà l’ultima/goccia della clessidra». Viene ripubblicata in singolo volume per i tipi dell’Adelphi La moneta di ferro di Jorge Luis Borges, selezione di poesie e prose per un anno, risalenti alla lontana e prima edizione del 1976 dell’argentino per eccellenza. Borges è sempre Jorge Luis Borges. Ironico sino all’estrema sfumatura, egli non fa altro e sempre che «salvare la memoria perduta di ciò che ha visto, la memoria impossibile di ciò che non ha mai conosciuto o forse ha solo sognato». In allegato lo smarrimento della sua identità, quotidianamente persa, ritrovata e con-fusa in un continuo amalgamarsi tra realtà e sogno. Sino alla fine ultima e nulla. «Ho commesso il peggiore dei peccati/che un uomo può commettere. Non sono stato felice» dice Borges ne “Il rimorso”… ma non pensiate che si stia commiserando. No, le sue parole sono, qui, una catarsi sorridente, una rinascenza libera e fiera da rendere appetitosa anche l’amara ed imperdibile medicina della morte. Perché consiste anche e dunque in questo l’essere poeti.
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