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ALBANO LAZIALE. IL PEGGIORE CONSIGLIO COMUNALE DI SEMPRE

ALBANO LAZIALE. IL PEGGIORE CONSIGLIO COMUNALE DI SEMPRE
Agosto 01
13:56 2023

 

Il 27 luglio 2023 si è tenuta una seduta del consiglio comunale di Albano Laziale (vedi immagine).

La seduta, convocata per le ore 17,00, ha avuto inizio alle ore 18,20. La minoranza ha fatto presente che il ritardo era stato intenzionale per consentire alla maggioranza di raggiungere il numero legale e ha sostenuto che la seduta era irregolare. I membri della minoranza presenti (alcuni sono sistematicamente assenti) hanno dunque abbandonato l’aula. 

Abbandonare il “parlamento” comunale vuol dire far venir meno uno dei cardini della democrazia, e cioè il confronto delle idee e degli interessi.

Partiti i consiglieri della minoranza, l’emiciclo a destra era vuoto mentre quello a sinistra pieno. L’immagine era quella di una mascella umana a cui erano stati estratti i denti di destra: come potrà, la bocca, masticare in queste condizioni? Fuor di metafora, come potrà esercitarsi la democrazia? Impossibile, anche perché nell’attuale assetto istituzionale (analogamente a quanto avviene nel parlamento nazionale) la minoranza ha strettissimi spazi per esercitare l’opposizione e quindi non ha incentivi ad impegnarsi. Il problema è che tra due anni, quando è del tutto verosimile che la destra andrà al governo della città, ci si troverà esattamente nella stessa situazione, ma a ruoli invertiti.

Sono stati dunque affrontati i punti all’ordine del giorno relativi alla gestione dei soldi della comunità. A quel punto si è assistito a una sorta di giostra del saracino. Il presidente ha messo in votazione le deliberazioni senza che ne venisse illustrato il contenuto e senza nemmeno chiedere ai consiglieri chi volesse intervenire. I consiglieri di maggioranza (gli altri se ne erano andati) hanno approvato all’unanimità, alzando meccanicamente la mano una, due, tre, quattro volte.

L’argomento, fondamentale per le “prossime generazioni” di cui i consiglieri di maggioranza hanno lungamente disquisito, riguardava la tassa da applicare sugli schermi posti nelle vetrine degli esercizi commerciali. La pubblicità dinamica va trattata diversamente da quella statica? Il commerciante può pubblicizzare soltanto i propri prodotti o anche altri? Al fine di incentivare le attività economiche va praticato un abbuono dell’80 per cento o del 90 per cento rispetto alla tassa vigente? Un argomento di infinitesimo dettaglio ha preso il posto di una discussione sui milioni di euro spesi dal Comune.

Lo spettacolo si è svolto davanti a due (dicasi due) esterrefatti cittadini che si sono ritrovati a svolgere a Palazzo Savelli la fondamentale funzione di controllo degli eletti da parte degli elettori: ben misera cosa lasciare a due cittadini su 40.000 il ruolo di osservatori e testimoni del futuro dei propri figli.

A questo punto l’ultimo cittadino rimasto in sala, sopraffatto da cotanto spettacolo, è scomparso.

A memoria d’uomo quello del 27 luglio 2023 è stato il peggiore consiglio comunale di sempre.

In un momento di crisi climatica e ambientale, di guerre, di conflitti, di incendi, di calamità naturali, di PNRR, di necessarie riconversioni nel modo di produrre e di consumare, la comunità locale dovrebbe discutere come affrontare problematiche presenti e future di fondamentale importanza per la sua sopravvivenza – ed il consiglio comunale dovrebbe essere la fucina del pensiero e dell’azione. Ma niente di tutto questo. Vi è una povertà culturale e politica di cui la popolazione paga e pagherà le conseguenze.

Ma non è stato sempre così. Nel passato il consiglio comunale di Albano era capace di volare alto e non era affatto un’aula sorda e grigia. Vi erano altri sentimenti, idealità e valori testimoniati da coraggiosi rappresentanti del popolo.

Qualche esempio. L’11 marzo del 1966 (57 anni fa) il consiglio comunale, malgrado la deficitaria situazione del bilancio comunale, approvò l’elargizione della somma di 200.000 lire per alleviare la grave crisi alimentare che minacciava il popolo indiano. Il 13 marzo 1971, a seguito degli episodi criminosi che, iniziati con i fatti di Milano e di Roma e inaspriti tragicamente in quelli di Reggio Calabria, Catanzaro e L’Aquila, approvò un ordine del giorno in cui la comunità albanense assumeva l’impegno solenne a svolgere ogni azione per il rafforzamento delle istituzioni repubblicane antifasciste e per garantire il pieno adempimento costituzionale.

 

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