La “mappa della primavera”
Anche quest’anno Federparchi, Legambiente e Coldiretti, con la collaborazione scientifica dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, hanno realizzato il monitoraggio relativo al progetto “Mappa della Primavera”. Ancora una volta è emerso un fenomeno di anticipo delle fioriture, allungamento delle stagioni vegetative, variazione della distribuzione delle specie. L’iniziativa fa parte di “Countdown 2010” la campagna della IUCN (The World Conservation Union) che raccoglie e promuove le attività che hanno l’obiettivo di arrestare il declino di biodiversità entro il 2010.
Le specie vegetali osservate sono state 9: albero di Giuda, corniolo sanguinello, erica, mirto, ginestra, sorbo, sambuco, ulivo e castagno. Fioritura, fogliazione e maturazione dei frutti sono gli “indicatori”, gli strumenti chiave per “leggere” la risposta che le piante danno alla variazione del clima, con anticipi nello sviluppo e sfasamenti stagionali. La rete di stazioni di osservazione ha coinvolto in tutto 23 parchi, dove è raccolta la gran parte della biodiversità del nostro Paese: sono 55.600 le specie animali (oltre un terzo della fauna europea) e 6.717 quelle vegetali (circa la metà della flora europea).
Dal confronto di questi primi due anni di attività è emerso come ci sia un evidente anticipo nello sviluppo delle fasi primaverili soprattutto nelle stazioni più mediterranee. Nel Parco regionale dei Nebrodi, ad esempio, la fioritura dell’erica arborea si è verificata con un anticipo di 10 giorni, così come nella Riserva naturale di Monte Mario dove la ginestra è fiorita 10 giorni prima dello scorso anno. L’analisi generale dei dati raccolti ha messo in luce che sono sempre più frequenti le alterazioni di fenomeni biologici. In particolare è stato notato che l’anticipo, anche di 10 – 20 giorni, delle fasi primaverili, è accompagnato spesso da un ritardo dell’inizio autunnale, con conseguente allungamento della stagione vegetativa. Si è riscontrata poi anche una variazione nella distribuzione spaziale delle specie, come nel caso del faggio, il cui areale (superficie abitata da una specie) si sta contraendo mentre quello del leccio si sta ampliando.
«Occorre una nuova etica ambientale per affrontare con coerenza e determinazione la lotta ai cambiamenti climatici che sono la vera priorità nazionale ed internazionale». Ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio. «Capire quanto le conseguenze delle variazioni dei fenomeni climatici stiano stravolgendo anche gli habitat di casa nostra significa comprendere l’urgenza di decisioni e comportamenti indirizzati a diminuire le emissioni di gas serra. In questo quadro anche la “Mappa della Primavera” è utile a conoscere come la natura, anche in Italia, abbia iniziato a modificare i propri cicli vegetativi e come siano seriamente in pericolo le nostre biodiversità».
La Mappa della Primavera ha confermato sul piano scientifico il pericolo che anche la nostra nazione sta correndo. Sono necessari cambiamenti di grande attualità per tecniche agronomiche (colture, irrigazione, ecc.) sostenibili per il clima e per offerte di prodotti locali a “chilometri zero” (che non hanno bisogno di trasporto). È necessario rispondere alla domanda di una parte crescente dei consumatori che scelgono modelli di vita mirati al risparmio energetico e alla salvaguardia del clima anche nelle modalità di alimentarsi. Secondo le stime della Coldiretti, infatti, se una famiglia consuma prodotti di stagione può risparmiare fino a una tonnellata di anidride carbonica (CO2) all’anno, tenuto conto che per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall’Argentina in aereo (una distanza di 12mila km) si consumano 5,4 kg di petrolio mentre per un kg di pesche dal Sudafrica nel viaggio di 8mila chilometri si bruciano 4,35 kg di petrolio e infine gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile richiedono la combustione di 5,8 kg di petrolio.
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