LA MADONNA DELLA FORCELLA
Ultima, afosa domenica di luglio: solo per caso vengo a sapere che nel pomeriggio ci sarà una cerimonia religiosa alla Madonna della Forcella. Non ho la più pallida idea di dove sia e mi attivo con un’amica, la quale gentilissima si offre di accompagnarmi insieme a un’altra amica. Appuntamento in Piazza della Repubblica, poi, puntualissime si va con l’auto ai Campi d’Annibale. Là le mie accompagnatrici mi indicano la strada: Via Vicinale delle Faete, una stradina stretta stretta, ma carrozzabile che si insinua nel verde dei bei boschi di Rocca di Papa. Ci avviamo e dopo quattro chilometri circa, parcheggiamo in una piccola piazzola attrezzata come area di sosta, con panchine e tavoli, presso un grosso cartello illustrativo che spiega l’origine vulcanica del nostro territorio: siamo proprio all’interno del grande cratere del Vulcano Laziale e qualcuno in questi giorni vocifera di un risveglio… che mai accada! Noi comunque faremo pianissimo, si scherza…
Si arriva subito dopo: adornata di fiori, in una piccola edicola giallo ocra con lo sfondo celeste, una Madonnina dal manto azzurro, “protettrice del fuoco”, come specifica la piccola lapide posta là vicino, pare accogliere i viandanti…
Gente che passate per questa via, fate un saluto a Maria, che nel salutar Lei vi proteggerà. Risale al 1912 questa piccola targa di marmo, ristrutturata nel 2006 da volontari concittadini Gabrielli, Giovanazzi e Fei.
Nel bosco tutto pare essere pronto per questa festosa cerimonia: tanti i fedeli devoti che partecipano alla Santa Messa officiata da Padre Giustino, il quale nell’omelia raccomanda ai fedeli, tra essi le Autorità cittadine e i volontari della Protezione Civile, il giusto distacco dai beni materiali. Poco distante dall’improvvisato altare, in mezzo al viottolo, una chiesa a cielo aperto, un’altra lapide di peperino recita: A te Madonnella che proteggi i nostri boschi dal fuoco e dagli incendi. Con devozione la comunità rocchegiana. Sempre datata 1912 e ristrutturata nel 2012 in occasione del centenario a opera di Luigi De Santis, ‘a Crastica, per gli amici, il quale brevemente spiega che questa piccola edicola e questa Madonnina hanno una lunga storia: accenna a un ragazzo del secolo scorso che con il padre e altri parenti lavorava e viveva nel bosco, proprio in quella zona, dormendo nelle capanne. Artigiani, oltre che boscaioli, si arrangiavano a realizzare piccole sculture di legno e il giovane un bel giorno realizza una Madonnina che sistemerà in quel luogo a protezione del bosco. E la Vergine della Forcella, il nome è dovuto a una biforcazione del viottolo che, non carrozzabile, conduce verso la fonte dell’Acqua Frannoa, vigila e protegge chi a Lei rivolge una preghiera, depone un fiore, sosta in silenzio. Al termine della cerimonia religiosa, uno dei volontari racconta che proprio pochi giorni fa tre ragazzi sono usciti illesi da un brutto incidente avvenuto proprio davanti all’edicola: l’urto è stato talmente violento che due grossi massi di tufo si sono spostati dal punto dove da secoli li aveva depositati il vulcano.
Si chiude con una festa questo evento, nel quale pare di respirare aria antica: tutti partecipano a un piccolo rinfresco che l’Associazione Madonna del Fuoco ( nuovo appellativo alla Madonnella) e le donne di Rocca di Papa hanno preparato con dolci e bevande. Semplicità paesana di un tempo, affiatamento e condivisione dopo la preghiera, mentre il pensiero vola verso quel giovane boscaiolo che più di cento anni fa devotamente pose la sacra immagine a tutela dei nostri boschi: un ragazzo semplice che dormiva nelle capanne, conosceva tutti i segreti della natura e che ieri è stato invisibile presenza tra noi tutti.
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