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La lunga ‘storia’ della vendemmia

La lunga ‘storia’ della vendemmia
Novembre 06
11:03 2014

Achile Pinelli, La vendemmia,aquarello 1833La vendemmia, la mietitura: sono la fase di mezzo, spesso gioiosa, di un percorso ciclico antichissimo. Vendemmia, mietitura, pane, vino: termini altamente simbolici (fino a rappresentare corpo e sangue di un Dio) e fortemente concreti.
A parte ritrovamenti fossili che sprofondano nella notte dei tempi, per la coltivazione sia della vite che del grano ci sono tracce in età neolitica, intorno al 10mila a.C., nella stessa vasta area caucasica e mediorientale, forse in quel Giardino dell’Eden a cavallo tra storia e mitologia.

Sempre su questo indefinito filone, tra ubriacature di Noè e riti dionisiaci, la coltivazione della vite, la vendemmia e il vino arrivano fino a noi subendo nel tempo cambiamenti rilevanti. L’odierno vino, raffinato e gradevole, è lontanissimo parente del concentrato amaro degli antichi Romani, che per diventare bevibile doveva essere allungato con acqua, miele o spezie.
Ma la coltivazione della vite, quindi la vendemmia e poi il vino, rappresenta un unicum rispetto a ogni altra coltivazione e trasformazione. Non esiste altro prodotto della terra che comporti tanta cura. Il ciclo uva-vino richiede attenzioni per un intero anno: a partire dalla potatura, in grado di indirizzare quantità e conseguentemente qualità del prodotto, passando per i trattamenti antiparassitari primaverili con cadenza settimanale, per una vendemmia studiata nei tempi e nei modi di scelta, per arrivare a un’elaborazione dei mosti e del vino secondo i criteri della moderna enologia,così da raggiungere prodotti eccellenti e salutari. E per i vini di alto lignaggio o le elaborazioni speciali (ad esempio gli spumanti) il lavoro prosegue in cantina con affinamento e ulteriori selezioni (annate millesimate) e procedure (sboccatura ecc.).
Si comprende facilmente che frutta, pane, olio o altri prodotti hanno un percorso assai meno accidentato, anche se discretamente impegnativo. Forse è per questo che le Feste dell’Uva e del Vino sono eventi importanti e molto seguiti in ogni parte d’Italia, oltre che nei nostri territori, nei quali spiccano quella di Velletri e soprattutto quella di Marino, immortalata nella famosa canzone ‘Na gita a li Castelli.
La vendemmia e il vino hanno ispirato artisti e letterati di ogni epoca per opere divenute famose. E di recente l’arte è entrata direttamente nei luoghi del vino: grandi architetti e artisti di fama progettano o ristrutturano, e arricchiscono, gli edifici delle cantine di pregio, così come sono i designer a creare oggi bottiglie-gioiello, con etichette a loro volta disegnate da maestri della pittura. Al di là di qualche eccesso dal sapore semplicemente commerciale, tutto ciò testimonia della vitalità e della centralità di un’attività di grande interesse e di notevole peso economico-sociale per il nostro Paese.

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