LA LEGIONE GARIBALDINA CASTELLI ROMANI
Con decreto del comandante generale Generale Riccardo Tommencioni è stata istituita il 25 Settembre
LA LEGIONE GARIBALDINA CASTELLI ROMANI
Intitolata al Generale Menotti Garibaldi cittadino onorario di Velletri
In occasione del concerto della Banda Nazionale Garibaldina a Velletri, lo scorso 25 Settembre, il comandante generale della Legione Garibaldina Generale Riccardo Tommencioni e Donna Costanza Ravizza Garibaldi hanno ufficialmente investito del ruolo di comandante della costituenda Legione Garibaldina Castelli Romani, il presidente della Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola Alessandro Filippi. Il comandante come primo atto ha intitolato la legione al Generale Menotti Garibaldi cittadino onorario di Velletri. Ma cos’è la Legione Garibaldina? La fondazione della Legione Garibaldina risale al 7 maggio 1860 con l’ordine del Generale Giuseppe Garibaldi Eroe dei Due Mondi e Cavaliere dell’Umanità, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tale ordine fu confermato nel successivo Decreto datato Salemi 14 maggio l860, con il quale il Generale assumeva la Dittatura del Regno della Due Sicilie; egli fu, inoltre, l’artefice del ricongiungimento della Sicilia e dell’Italia Meridionale alla Nazione ed al Regno d’Italia. La Legione combatte per la libertà della Francia con le Campagne Garibaldine del 1870-1871 e per la libertà della Grecia nelle successive Campagne del 1897 e del 1912 agli ordini del Generale Ricciotti Garibaldi, figlio dell’Eroe. Partecipò, inoltre, agli ordini del Generale Peppino Garibaldi figlio di Ricciotti, alla 1′ Guerra Mondiale nella Campagna Garibaldina di Francia (Argonne 1914), battaglia combattuta nella regione nord-est della Francia tra la Lorena e la Sciampagna, attraversata dalla Mosa e coperta di foreste. Qui vi morirono i fratelli Garibaldi nipoti dell’Eroe accorsi in aiuto della Francia al comando della Legione Garibaldina per combattere i tedeschi.
Durante la Guerra 1941-1943, formando i battaglioni di “Nizza”, “Contea” e “Monaco” agli ordini del Generale Ezio Garibaldi. Successivamente il Comando della Legione Garibaldina ricostituita fu assunto, nell’ordine, dai Generali Garibaldini: Goffredo Salvatore Fano (fino al 1978), Ugo Biagioni Gazzoli e Giuliano Antonini. II 29 novembre 1985 il Generale Giuliano Antonini, Comandante dei “Corpi Nazionali Garibaldini” e Comandante Onorario della Legione, trasmetteva il Comando al Generale di Divisione Garibaldina Onorevole Principe Alliata di Montereale. Il nuovo Comandante riuniva i superstiti del Consiglio Nazionale che cooptava nuovi membri e che decideva con due successive votazioni, il 24 giugno 1986 ed il 14 ottobre della stesso anno, di conferire alla Legione lo status legale di “Libera Associazione Culturale” assumendone la Presidenza, con atto notarile, senza però rinunziare alla sua immagine di Associazione d’Arma. Dal 2002 al 2016 è stato Presidente dell’Associazione Legione Garibaldina il Principe Eugenio Barresi di Barrafranca, Generale Comandante di Corpo d’Armata, coadiuvato dal Vice Presidente, Comandante Pilota Riccardo Tommencioni, Generale Comandante Vicario di Corpo d’Armata. Dal 26 settembre 2016 con assemblea plenaria si è svolta una nuova votazione per l’elezione del nuovo presidente, che con voto unanime ha eletto il Presidente dell’Associazione Legione Garibaldina il Comandante Pilota Riccardo Tommencioni, Generale di Corpo d’Armata (g.o.) mentre l’uscente Presidente Barone Eugenio Barresi veniva nominato Presidente Emerito, ottenendo il grado di Generale di Corpo d’Armata (g.o.) (a vita). La nuova realtà come primo atto ha sollecitato il Sindaco di Velletri Orlando Pocci per la ripulitura dell’area del monumento a Giuseppe Garibaldi nei giardini dell’omonima Piazza e per dare una degna collocazione all’epigrafe che ricorda l’intitolazione di Piazza Garibaldi con l’Eroe dei Due Mondi presente. Mentre ha proposto al Sindaco di Albano di porre una epigrafe marmorea alla stazione di Cecchina per ricordare la sosta che lì fece il corteo funebre con la salma di Menotti Garibaldi perché ad attenderlo c’era Gabriele D’Annunzio che si mise alla testa del corteo fino a Carano.
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