La lavastoviglie è morta, viva la lavastoviglie
Quando in una casa si rompe la lavastoviglie, è come se crollasse il tetto. Un disastro. Scatta l’emergenza e si corre al primo supermercato a fare rifornimento di stoviglie di plastica e di cibi pronti da riscaldare al forno a microonde. Intanto si è provveduto a chiamare il tecnico, che emetterà la sua sentenza: la lavastoviglie si aggiusta o si sostituisce? Nel frattempo la famiglia si organizza: ognuno mette nella differenziata il suo piatto sporco, e quanto non è monouso si concorda per lavarlo a turno. E chi comincia? La mamma, naturalmente, così gli altri vedono come si fa. Perché, e qui sta il nocciolo della questione, le ultime generazioni non hanno lavato mai un piatto a mano, e non sanno, o non ricordano, che un tempo si lavavano solo così. Quando uscì il film Io e Caterina, la storia di un uomo che, su consiglio di un amico americano, acquista un robot femmina tuttofare, potendo così eliminare tutte le donne della sua vita – moglie, amante e domestica – e le noie di rapporti complicati, si rise alle peripezie del povero illuso, che non aveva fatto i conti con l’umanizzazione della sua macchina perfetta. La quale, non volendo dividere con niente e nessuno il suo padrone, ne farà uno schiavo servito da re. Era il 1980, il protagonista era un Alberto Sordi single per vocazione, e non si colse in pieno il messaggio del film: si correva il rischio di essere assoggettati dalle macchine al servizio dell’uomo. Alla rivolta dei computer si era già assistito con Hal 9000 nel film 2001 Odissea nello spazio di Kubrick, nel ’68, ma allora eravamo lontani le mille miglia dall’immaginare la costruzione e diffusione di tanti robot domestici, che in breve ci avrebbero cambiato la vita. E tutto sembra funzionare al meglio, finché non arriva l’intoppo che, per quanto prevedibile, coglie sempre impreparati. La lavastoviglie si aggiusta o si sostituisce? Meglio sostituirla, si va più sul sicuro: lavare i piatti a mano fa parte di un trascorso già cancellato, o mai incamerato dalle generazioni X.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento