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La Istoria è la maestra delle azioni nostre, l’attuale messaggio di Niccolò Machiavelli

La Istoria è la maestra delle azioni nostre, l’attuale messaggio di Niccolò Machiavelli
Novembre 25
14:00 2020

Tanto si parla del ruolo degli artisti e della cultura in questi ultimi anni e in particolare nell’attuale momento storico: l’arte è una nobile presenza nella vita degli uomini sin dai tempi più antichi. In particolare nei testi letterari si racconta che le vite dei grandi guerrieri avevano il valore di creare delle potenti dinastie, in grado di cambiare la storia dei contemporanei e dei posteri.

Il massimo splendore dell’arte e del ruolo dell’artista, in quanto intellettuale in grado di contribuire alla costruzione di una società, è stato vissuto in Italia nel Rinascimento: un uomo in particolare mise a disposizione il proprio sapere riguardo il passato all’esperienza del presente e con la sua conoscenza storica intendeva offrire il proprio servizio allo Stato. Si tratta di Niccolò Machiavelli: nato a Firenze nel 1469, compì gli studi umanistici e fu assunto nel 1498 nell’amministrazione della Repubblica fiorentina. Durante la sua vita, assumendo il ruolo di intellettuale e diplomatico, lavorò fianco a fianco con i più grandi personaggi storici dell’epoca tra cui Cesare Borgia (nel 1502) e Giulio II (fra il 1503 e il 1507). Indicato come il fondatore della moderna teoria politica, il suo pensiero si focalizzava sul fatto che lo studio degli antichi consente di trarre gli insegnamenti per il presente e indicava la politica come una scienza autonoma distinta dalla morale. Per la prima volta il concetto di storia e politica sono uniti in un unico pensiero laico, quindi lontano dall’influenza del potere della Chiesa: secondo Machiavelli essendo la politica una scienza, essa possiede dei propri principi e obiettivi, non influenzabili dalla religione. Da questo concetto nasce il suo capolavoro, “Il Principe” (De Principatibus): trattato di rilevante interesse storico e politico in cui viene tracciata l’ideale figura del principe e le qualità che egli deve possedere per tale ruolo.
Il testo è dedicato a Lorenzo de’ Medici sin dall’incipit rivela il suo intento di rivolgersi a un uomo a capo di un governo offrendo il suo sapere e la sua esperienza:

“Desiderando io adunque offerirmi alla Vostra Magnificenza con qualche testimone della servitù mia verso di quella, non ho trovato, tra la mia suppellettile, cosa, quale io abbia più cara, o tanto stimi, quanto la cognizione delle azioni degli uomini grandi, imparata da me con una lunga sperienza delle cose moderne, ed una continova lezione delle antiche, la quale avendo io con gran diligenza lungamente escogitata ed esaminata, ed ora in uno piccolo volume ridotta, mando alla Magnificenza Vostra.”

Un principe deve prima di tutto possedere una “virtù politica”, diversa dalla virtù morale, e cioè deve essere in grado di saper valutare delle scelte sulla base del risultato politico per il momento storico. La storia degli uomini è come se fosse una ruota, che si muove governata dall’alternanza della virtù e della fortuna: è necessario perciò per gli uomini avere la grande capacità di adattarsi al variare delle situazioni, per trarre vantaggio dal caso della vita. Come si può però essere pronti ad affrontare le avversità di queste due entità (spesso indicate come divine)? Semplice: bisogna conoscere la storia!
Secondo Machiavelli gli eventi del passato tendono a ripresentarsi nel presente, per cui il principe (o in generale chi compie l’azione politica) deve prendere a modello l’antichità per trarne utili insegnamenti (seguendo il detto di Cicerone Historia Magistra vitae, la storia è maestra di vita). Studiare la storia consente di comprendere quelle leggi universali da applicare alle diverse circostanze della vita sociale. Purtroppo oggi spesso ci si dimentica di questi grandi pensatori del passato, e chi dovrebbe compiere le azioni di governo, secondo un determinato criterio, non dovrebbe farsi sopraffare dal proprio ego o desiderio di gloria personale: Machiavelli ricorda che la caratteristica del principato “civile” è data dal “favore” dei cittadini. Senza la partecipazione del popolo nessuna città può resistere a una rivolta, a un desiderio di cambiamento. Del passato ci sono delle pagine buie, che non dovrebbero più ripetersi; eppure nel 2020 siamo ancora qui, incapaci qualche volta di fermarci per un momento a pensare che la STORIA è davvero maestra di domani, e da lei dobbiamo imparare per essere gli uomini e le donne in grado di creare un mondo migliore, a cui i posteri potranno davvero ispirarsi.

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