La diritta via (un libro di Massimo Desideri)
Su questo celebre sintagma (la diritta via) di Dante Alighieri si basa il titolo di un prezioso libro di Massimo Desideri. Non è un’esegesi all’opera del Sommo Poeta, bensì un manuale per la lettura dei testi letterari e non letterari nel ciclo conclusivo della scuola secondaria superiore. Lo ha pubblicato la Società Editrice Dante Alighieri, consta di 88 pagine; il prezzo è di 7 euro.
Il Poeta aveva smarrito la diritta via; qui, invece, il discorso è finalizzato a trovare (o a ritrovare) la strada della giusta espressione grammaticale e sintattica della nostra lingua: un manuale agile, denso, pieno di schede analitiche, di griglie operative per gli esercizi nell’analisi dei diversi tipi di testo e per la valutazione delle prove di verifica del rendimento scolastico. Insomma, un vademecum utile agli studenti ma anche ai docenti.
Potrei già dire di avere apprezzato molto la dislocazione delle parti e degli argomenti, dall’analisi del linguaggio verbale ai vari linguaggi e alle lingue (i sistemi semiotici, ma pure il linguaggio gestuale e gli altri convenzionali non verbali e quindi non registrabili, ma da tenere nel massimo conto in quella che è detta la “conversazione” sia scritta sia parlata). Infatti, la lingua è un codice, che varia da nazione a nazione e, se si considerano i dialetti, da zona a zona, da paese a paese. Le parole sono organizzate in “campi semantici” (scrive l’autore), che la persona decodifica estraendone il messaggio. Infatti, il significante e il significato sono in stretta connessione, così come il mittente e il destinatario. Segnalo a tutti i lettori di questo articolo le pagine 12 e segg., basate sul problema dei livelli sincronici e diacronici, fino all’importanza della scrittura, linea di demarcazione fra la preistoria e la storia. Poi il prof. Desideri prende in esame un altro aspetto della lingua, cioè non solo quello “comunicativo”, ma quello simbolico, ed entrando nel più variegato mondo della letteratura (anche quella in versi). Il testo narrativo è sezionato in tutte le sue regole (quando si sente dire il “narratore interno” e il “narratore esterno”, ma i termini tecnici sono difficili e spesso impressionano lo studente: ecco, quindi, il chiarimento di omodiegetico ed eterodiegetico da parte dell’autore). Dalla pag. 28 si esamina – sempre con lucida capacità di sintesi che non lascia nulla per strada, grazie anche alla sua lunga esperienza di critico letterario, scrittore e docente – le funzioni narrative di un testo letterario, e si inoltra nella lettura come decodificazione (sappiamo per esperienza che non tutte le opere d’arte sono alla portata generale, proprio a causa spesso della difficoltà di essere comprese: dal “trobar clouse” agli ermetici moderni e ai simbolisti, ai futuristi etc. di oggi), puntando sul “messaggio” contenuto nel testo, anche se questa problematica ha aperto – e non solo ai nostri gironi – polemiche a non finire (e ricordiamo la definizione “l’arte per l’arte”, nonché il secentista programma “è del poeta il fin la meraviglia”).
Ci sono, in queste poche pagine, anche esempi di letture letterarie ed esempi di letture non letterarie (Desideri connota la questione proponendo due brani: uno di Umberto Eco, l’altro di Pasolini).
Inoltre, voglio segnalare la seconda parte del libro, indicata come “Appendice A”, in cui sono contenute vere lezioni sulla tecnica del verso (oggi molti credono che si faccia poesia semplicemente andando a capo a orecchio, mentre i nostri padri conoscevano le raffinate leggi della metrica: e Desideri le ripropone con chiarezza e maestria). Chiuderei indicando l’attenta lettura dell’Approfondimento 4, in cui si esamina la differenza fra racconto, romanzo, novella. L’Appendice B contiene le griglie di valutazione della prova scritta di italiano e di quella di latino. Insomma, un prezioso aiuto a chi insegna e a chi impara. In fondo, si impara sempre tutti da tutti.
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