LA DIFFICILE PRATICA DELLA DEMOCRAZIA AL COMUNE DI ALBANO LAZIALE
Winston Churchill affermò: “È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.”
La democrazia, come tutte le costruzioni umane, è una creatura imperfetta: la sfida quotidiana è quella di praticarla al meglio nel contesto politico, storico, geografico dato, evitando così che si cada nell’altro sistema, cioè la dittatura, come ben chiarito nella Costituzione.
Nel nostro paese è stato introdotto, ormai quasi trenta anni fa, il sistema maggioritario per l’elezione diretta del sindaco. Il sistema è tale che il sindaco, una volta eletto, dispone di una maggioranza “bulgara”, almeno fin tanto che non viene sfiduciato, e la minoranza che è all’opposizione, sebbene rappresenti un numero elevato di cittadini ben superiore al numero di seggi in consiglio comunale, si trova in condizione di non poter effettivamente svolgere il proprio compito di critica effettiva, di indirizzo e di proposta. La tipica dinamica in consiglio comunale è la seguente: il sindaco illustra la propria proposta, segue la discussione e si passa alla votazione in cui la maggioranza approva e l’opposizione vota contro. Dati i numeri, la minoranza non ha spazio di manovra e di proposta, con grande frustrazione dei suoi consiglieri che toccano con mano l’impossibilità di incidere sulla vita della comunità.
Un esempio di questa democrazia zoppa si è avuto nel corso del consiglio comunale di Albano Laziale del 31 maggio 2022.
Un partito di opposizione ha presentato alcuni emendamenti al bilancio relativi alle opere pubbliche e al Documento unico di programmazione (DUP). I primi, formulati in maniera formalmente non corretta, sono stati bocciati dagli uffici comunali e quindi non sono stati inseriti nell’ordine del giorno del consiglio; quelli al DUP sono stati oggetto di discussione.
Di fronte a tale proposta il sindaco, come riportato dalla stampa locale, ha affermato che: “Le modifiche al DUP si possono fare se all’interno di questo è possibile anche la sostenibilità delle proposte. Se ci sono emendamenti che ricadono all’interno della sezione strategica [del DUP], non possono essere accolti, così come non possono essere accolti quelli che richiedono eccessivi fondi o successive modifiche al DUP, che rischia di diventare un registro dei sogni”.
Questa affermazione non è corretta, il consiglio non può effettuare emendamenti al DUP: questo è un atto di competenza esclusiva dalla giunta. Infatti l’articolo 170, comma 1, del d.lgs. 267/2000 stabilisce che “la Giunta presenta al Consiglio il Documento unico di programmazione per le conseguenti deliberazioni”, deliberazioni che si sostanziano nell’espressione della posizione di maggioranza ed opposizione attraverso l’approvazione di mozioni specifiche. Nell’architettura istituzionale, il DUP è un presupposto del bilancio di previsione per cui le regole vigenti prevedono che il consiglio non lo approvi, ma si limiti a discuterne e valutarlo allo scopo di tenerne presente i contenuti al momento dell’esercizio della propria reale competenza, quella dell’approvazione del bilancio di previsione.
Va osservato che il DUP di Albano, anche quest’anno, è un documento di scadente qualità, un insieme di numeri e schemi incomprensibile ai più, che fallisce lo scopo assegnato dalla legge e cioè di consentire ai cittadini di comprendere le strategie del Comune.
Sulla vicenda del consiglio comunale di Albano del 31 maggio 2022 si possono fare alcune osservazioni.
Una scarsa familiarità all’interno di Palazzo Savelli con le regole della democrazia. La minoranza si è impegnata lealmente e fattivamente per dare il proprio contributo alla vita della città, ma non ha fatto ricorso alle modalità previste dalle regole. Il sindaco avrebbe potuto chiedere di mettere in discussione la proposta e, se la mozione fosse stata accettata, avrebbe potuto ripresentare il documento alla giunta per introdurre le opportune modifiche: insomma, si è assistito a un muro contro muro che conferma la “sterilizzazione” delle minoranze con disdoro della democrazia.
In questo torno di tempo la democrazia non vive un periodo florido: in America vi è stato il pericolo del rovesciamento del sistema con l’assalto al parlamento del 6 gennaio 2020; nel nostro paese la scarsa affezione dei cittadini alla politica è riflessa nella bassissima affluenza alle urne (sotto il 21%) per i referendum del 12 giugno 2022, per finire con gli oltre 90 presidenti di seggio (circa uno su sei) di Palermo che hanno dato forfait all’ultimo momento in occasione della partita di calcio.
Se si vuole essere pessimisti, mala tempora currunt. E la giornata del 31 maggio 2022 non è stata un fulgido esempio di funzionamento della democrazia ad Albano Laziale.
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