LA DIDATTICA PER COMPETENZE NELLA SCUOLA ITALIANA
Le nuove generazioni corrono verso il futuro e gli educatori non possono perdere la sfida di una formazione seria e credibile. I giovani sono coloro che prenderanno il testimone del nostro paese. Il legislatore secondo le indicazioni europee, ha individuato un patrimonio culturale imprescindibile, intorno al quale sono state pensate le indicazioni didattico-educative nazionali. Questa idea di sapere si traduce nei nuclei fondanti che stanno alla base delle conoscenze di ogni singola materia di studio. I contenuti da apprendere, tuttavia, non dovrebbero procedere isolatamente. Essi trovano il loro pieno compimento nella cooperazione, per questo i docenti dovrebbero attivare una didattica capace di intessere reti di saperi tra le varie discipline di studio. Il proposito di questo dialogo interdisciplinare è legiferato nel DM n. 211 del 7 ottobre 2010. Unitarietà della conoscenza, sintonia tra nozione e abilità (sapere e saper fare), la rinuncia del nozionismo, di ogni tassonomia. Questo è il progetto educativo della scuola italiana, affinché lo studente acquisisca un profilo maturo e unitario.
La conoscenza alla quale si punta è il risultato di saperi, abilità, competenze e assi culturali. Imparare non è un processo meccanico, significa scoprire qualcosa che entra nell’orizzonte di comprensione della persona che vede, si accorge, sperimenta, verifica. Lo sviluppo e l’affinamento di conoscenze ed abilità disciplinari, servono per attivare la giusta preparazione per fronteggiare le varie situazioni di vita.
Progettare una didattica per competenze, orienta verso principi fondanti, che sono alla base dell’agire della persona. Le competenze sono quello che sappiamo fare, come ci muoviamo sia in situazioni prevedibili sia di fronte a problemi che richiedono nuove strategie per essere superati. È cosa si apprende: abilità e conoscenze; come si apprende, impegno, riflessione sul proprio agire, immagine si sé, motivazione, ruolo sociale, consapevolezza. La scuola si prepara a formare cittadini che siano integrati nel tessuto sociale, lavorativo e familiare. Competenza è conoscere, attivare le capacità innate in comportamenti operativi. Per loro mezzo agisco con competenza nel lavoro e nel sociale. Il soggetto è in grado di attivare comportamenti voluti e pensati. In sintesi si potrebbe pensare che sono le qualità del soggetto, il quale vedendosi capace, conosce il suo potenziale e incrementa la stima di sé stesso. Trova nel successo delle azioni quotidiane le motivazioni di quel sapere scolastico che ha acquisito con tanto studio e sacrifici. In quest’ottica l’apprendimento diventa un fatto permanente, che si muove col pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, per giudicare autonomamente la realtà e sé stessi. Un processo in grado di attivare l’autonomia tipica dell’età adulta e la responsabilità di una vita vissuta con padronanza, flessibilità e creatività. Si tratta di un traguardo formativo ambizioso, che richiede formazione costante di docenti motivati e collaborazione con le famiglie. Per spiegarlo con le parole di Wiggins: è importante non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa.
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