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La depressione post partum

La depressione post partum
Giugno 01
02:00 2008

La nascita di un bambino è un’esperienza di intensa gioia per la neomamma che vede l’inizio della realizzazione di tutte quelle aspettative accumulate durante i mesi di gravidanza. Tuttavia, nei giorni immediatamente successivi al parto, la mamma può sentirsi triste ed irritabile senza alcun motivo particolare, incline al pianto ed inadeguata nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che la attendono: si parla in questi casi di “baby blues”, un lieve stato depressivo, temporaneo e senza nessuna conseguenza importante. È un fenomeno estremamente diffuso che non deve destare preoccupazioni; fino all’80% delle donne, infatti, presenta una certa instabilità emotiva durante le prime due settimane dopo il parto. Questo disturbo può durare da poche ore a qualche giorno e di solito scompare entro la seconda settimana o comunque entro il primo mese. Tale condizione è attribuita alla stanchezza che segue la gravidanza e alle difficoltà psicologiche e pratiche che essa comporta, ed è in parte associata ai cambiamenti ormonali che accompagnano la prima fase dell’allattamento. Si tratta dunque di difficoltà transitorie che in genere non richiedono un intervento specifico.
Che cos’è la depressione post partum?
Ben più grave e duratura è invece la “depressione post partum” (dal latino “dopo il parto”), un disturbo mentale che compare entro i dodici mesi successivi al parto, più frequentemente tra le quattro e le sei settimane, e che si sviluppa gradualmente, persistendo anche per diversi mesi. In Italia coinvolge circa il 10% delle donne che hanno appena partorito, manifestandosi comunemente con i seguenti sintomi: tristezza e pianto inconsulto durante tutto l’arco della giornata, mancanza di energie e costante sensazione di affaticamento, improvvisi cambiamenti di umore, disinteresse per il bambino, paura di poter far male al bambino o a sé stessa, insonnia o sonnolenza eccessiva, inappetenza, perdita di piacere o interesse in qualsiasi attività quotidiana.
Quali sono le cause?
La medicina non ha ancora fornito delle spiegazioni scientifiche definitive riguardo alle cause di questo disturbo mentale. Anche se alcuni studi attribuiscono ai cambiamenti ormonali nella donna l’origine della depressione post partum, più in particolare, al calo del livello degli estrogeni e del progesterone, in realtà ci sono molti altri fattori che concorrono alla sua insorgenza, fattori per lo più di origine psicologica e sociale. Tra questi, bisogna innanzitutto dire che la nascita e l’accudimento del bambino rappresentano di per sé fattori di stress, cui può aggiungersi il fatto che la donna si trovi impreparata ad affrontare il dolore del parto o un lungo travaglio, come anche eventuali complicazioni al momento della nascita, precedenti esperienze di aborto intrauterino o una gravidanza non desiderata, tutti fattori che possono accrescere un vissuto di fallimento e inadeguatezza riguardo all’essere madre. Anche la mancanza di un supporto emotivo e la qualità della relazione di coppia possono influire sull’insorgenza della depressione post partum: anzi, in molti casi la condizione stessa di depressione esaspera dei problemi di coppia preesistenti, portando il partner ad allontanarsi definitivamente, lasciando così la neomamma sola con la sua disperazione. Tra le cause si possono annoverare anche relazioni conflittuali con la propria famiglia d’origine, una storia precedente di depressione, l’essere stata vittima in passato di abusi sessuali, o l’aver subito di recente un grave lutto in famiglia; tutte condizioni queste che non consentono alla donna di potersi sperimentare serenamente come madre e di poter dare al proprio figlio tutto l’amore di cui ha bisogno.
Come prevenirla?
È possibile prevenire o quantomeno attenuare le manifestazioni della depressione post partum agendo a livello psicologico e sociale, sia da parte della neomamma che di chi le sta intorno, sin dal periodo della gravidanza. Oltre ad una corretta dieta che eviti eccessi e l’assunzione di alcolici, è importante che la gestante, come anche la donna che ha da poco partorito, riesca a mantenere i contatti con gli amici ed i familiari, rafforzi il rapporto col proprio partner e soprattutto cerchi di mantenere un atteggiamento realistico nei confronti di sé stessa e del bambino, e la consapevolezza che affronterà una situazione con alti e bassi, ma che nell’arco di pochi giorni tornerà al normale equilibrio. Da parte dei familiari o del partner è importante offrire un aiuto nei lavori domestici, alleviare gli impegni della neomamma, e mostrare sempre disponibilità all’ascolto e al sostegno psicologico.
Come curarla?
Ci sono diverse possibilità di aiuto per una donna che soffre di depressione post partum. Il primo passo è quello di rivolgersi al medico di base, al ginecologo o al pediatra di fiducia, esperti che potranno indirizzare verso un intervento più specifico e adatto alle singole esigenze. Le cure in ambito medico generalmente possono consistere nell’assunzione di ansiolitici o antidepressivi che non provocano dipendenza, da prendere sempre sotto controllo medico e sospendendo l’eventuale allattamento. Oltre all’assunzione di farmaci, o al posto di questi, affinché l’intervento possa essere efficace a lungo termine, è consigliato un ciclo di incontri di consulenza psicologica individuale o di coppia, dove la neomamma può ricevere il sostegno psicologico necessario per superare il difficile momento, mentre la coppia può trovare uno spazio di riflessione adeguato per affrontare con competenza tutti i cambiamenti nella propria vita che la nascita di un figlio comporta. Anche la terapia di gruppo è molto utile, consentendo alle donne che stanno vivendo la stessa esperienza di uscire dal vissuto di solitudine , facendo sì che la neo-mamma non si senta l’unica a provare sensazioni e stati d’animo negativi, confrontando e condividendo vissuti emotivi, difficoltà, e timori, in un contesto protetto, in cui non si senta giudicata.

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