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LA DECADENZA DELLA SOCIETA’ E IL PALLONCINO DA 5 EURO

LA DECADENZA DELLA SOCIETA’ E IL PALLONCINO DA 5 EURO
Settembre 24
11:37 2023

Il Comune di Albano Laziale è governato da tre anni da una coalizione di (così detto) centro sinistra. In città si respira un’aria di forte insoddisfazione per un governo locale chiuso in sé stesso, che non dialoga con i cittadini (salva l’improvvida e intensa attività su Facebook), senza una strategia, e che tira a campare impegnato in una deficitaria manutenzione dell’ordinario.

Ad Albano Laziale mancano gli assessori al bilancio e ai servizi sociali, il Comune non ha predisposto, come previsto dalla legge, il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), in consiglio comunale non vi è alcun dibattito sulla città e sul suo futuro, la stragrande maggioranza degli obiettivi del programma politico del sindaco non è stata raggiunta – e l’elenco di queste deficienze potrebbe andare avanti a lungo.

Un pronostico. Quando si andrà alle nuove elezioni – tra due anni o forse prima – i pochi cittadini che andranno alle urne voteranno in netta maggioranza “contro” questa inadeguata classe dirigente, e verrà eletto un sindaco di centro destra. Sarà questa una buona prospettiva? Decisamente no. L’attuale minoranza di destra non brilla proprio per capacità politica e amministrativa, per visione e progettualità, non propone alcun disegno alterativo, e non svolge una reale opposizione in consiglio comunale. Anzi. Se vincerà il centro destra è possibile che avvenga quello che si sperimenta a livello nazionale: la pura occupazione dei posti di comando per affiliazione al gruppo di potere indipendentemente dalle competenze e dalle capacità di esercitare un’adeguata azione amministrativa (la vicenda della Regione Lazio e del governo docet).

Le prospettive per la comunità albanense sono perciò davvero fosche, in un contesto in cui la fiducia nel sistema democratico vacilla sempre più nel disinteresse di chi ha compiti di rappresentanza politica.

In pura teoria una soluzione ci sarebbe. Sancito il fallimento dell’attuale classe politica, dovrebbero farsi avanti persone che, per amore della propria comunità, si mettessero in gioco con coraggio e impegno. Ma, dato lo spirito decadente della nostra società, la risposta di chi potrebbe farsi carico del futuro della comunità è tipicamente “ma chi me lo fa fare a prendermi tutte queste rogne senza un adeguato compenso?” Come se un futuro migliore per noi, per i nostri figli e per l’ambiente non fosse già un premio “adeguato”. Al contrario, si trova sempre chi si mette in politica per un interesse personale. Oggi non sono i tempi degli uomini che, dopo la Seconda guerra mondiale, usciti dalla distruzione e animati da un genuino spirito altruistico – e ricevendo compensi ridicoli -, ricostruirono il paese.

In un mondo su cui gravano enormi problemi quali il riscaldamento globale, le guerre, i movimenti migratori, l’invecchiamento della popolazione, un’iniqua distribuzione del reddito per cui chi è ricco diventa sempre più ricco e chi è povero sempre più povero, l’inflazione, i cittadini si voltano dall’altra parte, spensierati: in occasione della festa del Bajocco ad Albano Laziale o della Sagra della Porchetta ad Ariccia, i genitori compravano ai figli un palloncino per ben 5 euro – senza problemi e senza fiatare, in pieno spirito consumistico.

A tale proposito è utile ricordare che gli italiani rigettarono, nel lontano 1977, la proposta di Enrico Berlinguer di incamminarsi verso l’austerità. Il segretario del PCI proponeva “un grande sforzo di partecipazione che nasce dalla consapevolezza che occorre dare un senso e uno scopo a quella politica di austerità che è una scelta obbligata e duratura, e che, al tempo stesso, è una condizione di salvezza per i popoli dell’occidente in linea generale, ma, in modo particolare, per il popolo italiano”. E a distanza di quasi mezzo secolo siamo ancora lì, e il consumismo ci ha portato alla situazione attuale, non più sostenibile.

Quando scoppierà un’inevitabile crisi rispetto alla quale a livello locale non si sta predisponendo alcun possibile argine civile, culturale, politico, strutturale, sarà un brutto giorno.

Nel frattempo chi alimenterà la speranza di un mondo migliore impegnandosi concretamente, quotidianamente, con azioni piccole e grandi?

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