LA CULLA DI VETRO
LA CULLA DI VETRO
Vennero trapiantati in Norvegia
vitigni cresciuti al sole di colline laziali:
gonfie di memorie le radici
trattennero linfe mediterranee.
Cadde la neve. I ghiacci artici
strinsero le crespe dell’acqua
fino a mutarla in cristallo;
sulla landa nordica scese
il buio senza tempo. Tacque
l’eco di vendemmie lontane.
Una culla di vetro accolse viti inerti,
custodì embrioni di gemme;
cullò precarie attese di vita fino
al crescendo di luce boreale
che schiuse verdi abbozzi di foglie;
spuntarono fragili tralci
maturarono grappoli nordici.
Fermentati come mele da sidro
divennero mosto ribollente;
preludio di vino vichingo
spillato a mezzanotte,
col sole fermo all’orizzonte.
Sotto intrecci di betulle norrene
si brinda con l’intero universo.
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