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La conoscenza scientifica – 7

La conoscenza scientifica – 7
Novembre 30
23:00 2006

Sia le teorie scientifiche che storiche si possono definire come generalizzazioni e dunque non possono essere ritenute né vere e né false: le prime partono da fatti generali per giungere a dei postulati particolari; le seconde partono da enunciati relativi a fatti veri. Un’operazione logica e valida è quella di partire da un fatto particolare osservato per giungere ad una ipotesi. Si può formulare una legge universale se il fatto si presenta più volte allo stesso modo e con caratteristiche semplici. Tuttavia non si può generalizzare riguardo alla possibilità di formulare una legge universale, in quanto può sfuggire nell’osservazione del fatto un aspetto particolare. Inoltre non è detto che per formulare una legge universale è necessario ripetere un certo esperimento tante volte.
Questo è il problema chiave di un ricercatore, poiché la conoscenza scientifica non è cumulativa, ma organizzata ed integrata. Da questa consapevolezza scientifica si sviluppa l’idea che una teoria è considerata esatta se si collega ad altre teorie precedenti.
Legato a questo argomento è il concetto di accordo della comunità scientifica. Il consenso scientifico non può essere basato su percezioni soggettive mentali inquinate dall’educazione familiare, ma da una logica oggettiva che unisce queste percezioni e che può riprodurre una rappresentazione analogica della realtà.
In questo caso possono essere formulate più analogie e nella situazione in cui una analogia vecchia viene sostituita da quella nuova, assistiamo ad una rivoluzione scientifica ed eventualmente ad un cambiamento di paradigma.
Per quanto riguarda invece la predicabilità del vero e del falso nelle teorie storiche, esse sono costituite da fatti del ‘hic ed nunc’, che sono sempre veri o falsi. Questi costituiscono i cosiddetti documenti e sono basati su leggi fisiche. In questo caso l’asserto particolare facente parte di una generalizzazione sarà vero se rimane all’interno del campo di validità della generalizzazione, falso se esce fuori da questo campo. In un secondo tempo si ipotizza la concatenazione degli eventi. Tuttavia le teorie storiche non possono essere considerate né vere né false, perché non conosciamo la demarcazione precisa del campo di validità di ogni asserto facente parte della generalizzazione.
Si ha spesso il pregiudizio che una teoria debba essere considerata vera o falsa. Questo atteggiamento lo ritroviamo nel comportamento che riguarda il rapporto fra asserzioni particolari e i dati di fatto all’interno delle teorie fisiche basate su di una struttura logico “ deduttiva. Nel dedurre asserzioni particolari da delle generalizzazioni, lo scienziato usufruisce della logica, ma per far sì che queste siano riscontrabili con il dato empirico non usufruisce della logica, ma di asserzioni ausiliari. Queste ultime servono a limitare il campo di validità.
Si può tuttavia cadere nell’errore:
– per quanto riguarda la deduzione logica, ciò può accadere per le operazioni idealizzate delle ipotesi;
– per le asserzioni ausiliarie, perché possono rivelarsi non vere, se sono state ritenute tali o perché, giunti al controllo sperimentale, ci si rende conto di non aver preso considerazione un asserto particolare.
In conclusione, quando lo scienziato vede la teoria scientifica smentita dall’esperimento, introduce delle ipotesi ad hoc e ribalta il risultato da falso a vero.
(continua)

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