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La conoscenza scientifica – 5

La conoscenza scientifica – 5
Settembre 30
23:00 2006

Nell’argomentazione di Marcello Pera troviamo quattro punti in comune con M. Cini:
1. La giustificazione della necessità del ricorso ad argomenti retorici nella scienza, in quanto è necessario un confronto durante un cambiamento delle regole del gioco fra le richieste e la dialettica scientifica;
2. la natura degli argomenti che costituiscono la base di questo tipo di dialettica; 3. la definizione degli oggetti che discende dalla concezione retorica della verità. Oggetti e fatti non possono essere intesi separatamente, nel senso che prima si costruiscono gli oggetti e poi i fatti. Il massimo di oggettività possibile è l’intersoggettività del giudizio di validità da parte degli scienziati riguardo ai fatti e agli oggetti che dipendono dal consenso dei concetti;
4. Gli elementi esterni alla scienza possono influenzare la dialettica scientifica. I fattori esterni non sono in relazione diretta con i fattori interni, ma passano attraverso il filtro del dibattito e così i fattori interni non possono essere considerati fissi, perché il filtro del dibattito li protegge, ma non li isola.
Il mutamento dei criteri meta-teorici non è frutto arbitrario del caso.
La più importante distinzione che caratterizza l’immagine di una disciplina è quella fra scienze delle leggi o del perché e scienze dei processi o del come. Le prime sono dedite alla ricerca e all’enunciazione di leggi necessarie e universali della natura, e sono considerate le vere scienze; le seconde sono considerate scienze di seconda classe, in quanto si limitano a descrivere catene di eventi senza individuare nessi certi di causa-effetto fra di essi. A caratterizzare l’identità delle scienze delle leggi sono state oltre alla meccanica newtoniana, anche il riduzionismo e il determinismo. A quest’ultimo modello inoltre si uniforma anche la fisica classica nel corso dell’Ottocento. Se analizziamo l’evoluzione della conoscenza scientifica, il primo concetto ad essere abbandonato è stato quello della continuità. La prospettiva dei termodinamici era quella di sviluppare una scienza fenomenologica, dotata di grande flessibilità interpretativa e forte potere di unificazione dei molteplici aspetti della realtà naturale, ma al tempo stesso caratterizzata da una debole capacità predittiva a livello dei dettagli di ogni singolo fenomeno specifico. E’ in questa fase che muta un altro aspetto riguardante i criteri di valutazione della comunità scientifica: il criterio della semplicità. La storia della nascita della meccanica quantistica acquista infatti una nuova dimensione interpretativa, che vede impegnata la comunità scientifica a cercare di mantenere nella fisica i caratteri di scienza delle leggi, respingendo tutte le altre interpretazioni relative ai fenomeni che avrebbero potuto introdurre al suo interno caratteristiche delle scienze di processi. L’elemento essenziale della fisica è costituito nel ricondurre gli aspetti causali, probabilistici della nuova meccanica a regole di un algoritmo logico“astratto, con l’eliminazione del carattere temporale.
La figura chiave di questa operazione è quella di John von Neumann: riconduce la fisica all’interno di uno schema puramente logico, che la interpreta come manifestazione di leggi definite, generali e atemporali, cioè tutto ciò che appartiene al mondo fisico nella sfera della legalità logico-matematica.

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