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La Comunità del Cipollaro dice NO alla costruzione del forno crematorio nel Cimitero di Ciampino

La Comunità del Cipollaro dice NO alla costruzione del forno crematorio nel Cimitero di Ciampino
Novembre 18
12:41 2016

Trent’anni fa a Ciampino, nell’agosto del 1986, fu inaugurato il cimitero comunale in via Superga, nell’area contigua al Quartiere Cipollaro e alla Tenuta del Muro dei Francesi, dallo scorso anno posta sotto tutela dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Lazio.
Bella cosa, poter accompagnare i propri cari all’ultima dimora nei paraggi di casa senza dover ricorrere al cimitero di Marino, di cui Ciampino è stata frazione fino al ‘74, quando a furia di lotte afferma la sua Autonomia. Un cimitero che presto divenne un giardino, accudito dai visitatori abituali in serrato dialogo con le persone ‘scomparse’ nel luogo della memoria, immerso nella relativa pace della campagna residua. Paradossalmente, a Ciampino si pensò prima alla sepoltura dei morti che all’accoglienza dei nuovi nati, che continuarono a venire al mondo negli ospedali di Roma o del circondario, tranne che per un breve periodo, fra il 1974 e il 1978, ossia dall’Autonomia fino alla chiusura dell’ospedale, succursale del San Giuseppe di Marino, in cui furono registrati all’anagrafe del comune di Ciampino circa 650 ciampinesi, gli unici nati nel proprio comune di residenza.
La presenza del cimitero si ripercuote ovviamente per diversi aspetti sulla località ospitante, che non si presenta più come zona agricola a vocazione soprattutto vitivinicola, ma si presta ad altri progetti comunque essenziali per la cittadinanza. A dicembre del 2003 viene inaugurato l’impianto sportivo comunale ‘Superga’ immaginato – una volta ultimati i lavori – come la ‘Cittadella dello sport’, inserita nell’area in cui era stato appena inaugurato l’Ostello della Gioventù e presso il Casale dei Monaci in cui era attivo un Centro Culturale ricco di proposte. Un momento aureo per Ciampino – che nel 2004 acquista il titolo di Città – già fornita della prestigiosa Biblioteca P. P. Pasolini e della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea (d’AC) ubicate in via IV Novembre, e con ottime prospettive di recupero e riqualificazione del complesso ex Cantina Sociale, Palazzina C, rimaste però inattuate, con i lavori bloccati da anni.
E siamo ai giorni nostri. A fare i conti con una realtà sempre più sconcertante e sconfortante. La proposta di istituire un Parco dei Casali, lanciata dai Comitati cittadini, giunge come una boccata d’ossigeno per la popolazione stressata, quasi 40mila anime ammassate in un lembo di territorio martoriato e sotto continuo assedio di sempre peggiori minacce, tra cui la vicenda penosa del Sacro Cuore (IGDO) che si sa purtroppo com’è finita, anche se resta comunque un discorso aperto finché non si avranno notizie certe sul suo destino. E poi c’è sempre la questione aeroporto che ballonzola fra le varie congetture mai negate e mai provate, e tutta la serie di comportamenti a dir poco eccepibili da parte di un’Amministrazione che non brilla certo per trasparenza.
Ed ecco che tra capo e collo si abbatte l’ultima novità. Forno crematorio a Ciampino, all’interno di quel Camposanto che abbandonato alle sole cure dei familiari e completamente trascurato da parte dell’Amministrazione, rispecchia pari pari lo stato di degrado generale della Città dei servizi, un tempo – per quanto breve – modello urbano esemplare.
C’è chi asserisce, con una certa autorevolezza, che la delibera “per la concessione dei servizi cimiteriali, compresa la costruzione di un forno crematorio a due ditte private, in project financing è già stata approvata e resa immediatamente eseguibile”, e c’è la Giunta comunale che smentisce e sembra fare un passo indietro, affermando tra l’altro che “fino ad oggi ha solamente deliberato di demandare agli uffici tecnici lo studio di fattibilità della proposta, nonché la nomina di un professionista esterno all’Ente per l’espletamento del ruolo di supporto alle attività degli uffici e di validazione della proposta”. Eccetera. La solita solfa che lascia ormai il tempo che trova.
Al Quartiere Cipollaro – oltre duemila residenti – è nato e vive Igino Tozzi (classe 1933) sulla terra a suo tempo coltivata a orti e poi convertita in vigna, acquistata da suo padre e suo nonno e destinata ai suoi figli e discendenti. Un pezzo di storia – Igino, meglio conosciuto come Giannino – che tiene salda ancora la comunità ciampinese al suo primo formarsi e nelle successive rapide trasformazioni, noto come sportivo, calciatore della Roma, ma anche come poeta e libero pensatore, la cui famiglia gestisce fino al 2006 il primo negozio di alimentari in Via dei Laghi – Pane, Pasta e Generi diversi – mentre lui si occupava del tinello e dell’enoteca, e del campo da tennis molto frequentato, la sua passione dopo il calcio.
Ci siamo rivolti a Igino Tozzi, centralità e spirito del luogo, per avere il suo parere sulla faccenda del Crematorio, e questa è stata la sua precisa e immediata risposta:

“È già tanto brutto esalare l’ultimo respiro, figuriamoci l’esalazione della cremazione. Forse con il fumo si ridà una forma all’anima che vola in cielo… Ma chi abita nei dintorni che respira l’esalazione, si deve preparare ad esalare?
La comunità del Cipollaro è contraria alla costruzione dell’impianto di cremazione (termine che purtroppo ci riporta continuamente a tristi ricordi) e, dal momento che gli altri comuni ne sono sprovvisti, cosa ci si potrà aspettare in futuro? Perenni processioni di carri funebri provenienti da ogni dove?
Noi ci uniamo al volere della comunità e diciamo NO a tale costruzione”.

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