La città al fianco di Sakineh
Da una settimana ormai il manifesto con la foto di Sakineh Mohammadi Ashtiani campeggia sulla facciata principale di Palazzo Savelli. Sotto quell’unica immagine che si riesce a trovare del suo volto, la scritta “Libera”. Un semplice segnale di vicinanza verso la donna iraniana che dal 2006 è nel braccio della morte con l’accusa di adulterio, prima, e di omicidio, poi. Verso quella donna condannata alla lapidazione, esecuzione poi sospesa lo scorso 10 settembre, ma che è ancora imprigionata e con una sentenza di morte pendente.
«Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta che c’è stata fatta da una cittadina – afferma il sindaco Nicola Marini – per proclamare il disappunto di una città intera. Cogliamo questo momento in cui le voci sul caso Sakineh si sono un po’ abbassate per esprimere in maniera netta il nostro pensiero, perché nonostante la sentenza di lapidazione sospesa questa donna è ancora incarcerata. Speriamo che anche il nostro “Libera” che risalta sotto il suo volto, possa servire come tassello ad una causa così importante».
«Il nostro vuole essere un messaggio a favore di Sakineh – afferma il Presidente del Consiglio Massimiliano Borelli – ma soprattutto un messaggio contro ogni forma di violenza, in Iran come in ogni altro luogo. Purtroppo non è il primo e non sarà l’ultimo caso del genere, quindi è fondamentale tenere alta l’attenzione, soprattutto da parte delle istituzioni».
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