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La Chiesa nella bufera

Aprile 22
22:00 2010

Il ciclone “pedofilia” che sta investendo la Chiesa cattolica occupa ormai pagine su pagine nei giornali non solo italiani. Moltissimi sono i commenti che si intrecciano al riguardo, in un panorama ad ampio raggio che va dalle più autorevoli esegesi fino al comico-grottesco di una piccola associazione di atei inglesi che ha chiesto l’arresto del papa “per crimini contro l’umanità“. Per parte nostra, abbiamo pensato di attingere al mare magnum mediatico per proporvi due interessanti e autorevoli riflessioni. La prima è una lettera aperta al “Corriere della Sera” che il prof. Marcello Pera – già Presidente del Senato – ha scritto in data 24 marzo scorso. La questione dei sacerdoti pedofili o omosessuali scoppiata da ultimo in Germania ha come bersaglio il Papa. Si commetterebbe però un grave errore se si pensasse che il colpo non andrà a segno data l’enormità temeraria dell’impresa. E si commetterebbe un errore ancora più grave se si ritenesse che la questione finalmente si chiuderà presto come tante simili. Non è così. È in corso una guerra. Non propriamente contro la persona del Papa, perché, su questo terreno, essa è impossibile. Benedetto XVI è reso inespugnabile dalla sua immagine, la sua serenità, la sua limpidezza, fermezza e dottrina. Basta il suo sorriso mite per sbaragliare un esercito di avversari. No, la guerra è fra il laicismo e il cristianesimo. I laicisti sanno bene che, se uno schizzo di fango arrivasse sulla tonaca bianca, verrebbe sporcata la Chiesa, e se fosse sporcata la Chiesa allora lo sarebbe anche la religione cristiana. Per questo i laicisti accompagnano la loro campagna con domande del tipo “chi porterà più i nostri figli in Chiesa?”, oppure “chi manderà più i nostri ragazzi in una scuola cattolica?”, oppure ancora “chi farà curare i nostri piccoli in un ospedale o una clinica cattolica?”. Qualche giorno fa una laicista si è lasciata sfuggire l’intenzione. Ha scritto: “L’entità della diffusione dell’abuso sessuale su bambini da parte di sacerdoti mina la stessa legittimazione della Chiesa cattolica come garante della educazione dei più piccoli”. Non importa che questa sentenza sia senza prove, perché viene accuratamente nascosta quale sia “l’entità della diffusione”: uno per cento di sacerdoti pedofili? Dieci per cento? Tutti? Non importa neppure che la sentenza sia priva di logica: basterebbe sostituire “sacerdoti” con “maestri” o con “politici” o con “giornalisti” per “minare la legittimazione” della scuola pubblica, dei parlamenti o della stampa. Ciò che importa è l’insinuazione, anche a spese della grossolanità dell’argomento: i preti sono pedofili, dunque la Chiesa non ha autorità morale, dunque l’educazione cattolica è pericolosa, dunque il cristianesimo è un inganno e un pericolo. Questa guerra del laicismo contro il cristianesimo è campale. Si deve portare la memoria al nazismo e al comunismo per trovarne una simile. Cambiano i mezzi, ma il fine è lo stesso: oggi come ieri, ciò che si vuole è la distruzione della religione. Allora l’Europa pagò a questa furia distruttrice il prezzo della propria libertà. E’ incredibile che soprattutto la Germania, mentre si batte continuamente il petto per la memoria di quel prezzo che essa inflisse a tutta l’Europa, oggi, che è tornata democratica, se ne dimentichi e non capisca che la stessa democrazia sarebbe perduta se il cristianesimo venisse ancora cancellato. La distruzione della religione comportò allora la distruzione della ragione. Oggi non comporterà il trionfo della ragion laica, ma un’altra barbarie. Sul piano etico, è la barbarie di chi uccide un feto perché la sua vita nuocerebbe alla “salute psichica” della madre. Di chi dice che un embrione è un “grumo di cellule” buono per esperimenti. Di chi ammazza un vecchio perché non ha più una famiglia che se ne curi. Di chi affretta la fine di un figlio perché non è più cosciente ed è incurabile. Di chi pensa che “genitore A” e “genitore B” sia lo stesso che “padre” e “madre”. Di chi ritiene che la fede sia come il coccige, un organo che non partecipa più all’evoluzione perché l’uomo non ha più bisogno della coda e sta eretto da solo. E così via. Oppure, per considerare il lato politico della guerra dei laicisti al cristianesimo, la barbarie sarà la distruzione dell’Europa. Perché, abbattuto il cristianesimo, resterà il multiculturalismo, che ritiene che ciascun gruppo ha diritto alla propria cultura. Il relativismo, che pensa che ogni cultura sia buona quanto qualunque altra. Il pacifismo che nega che il male esiste. Oppure resterà quell’europeismo retorico e irresponsabile che dice che l’Europa non deve avere una propria specifica identità, ma essere il contenitore di tutte le identità. Salvo poi ricredersi e andare nella cattedrale di Strasburgo a dire: “Ora abbiamo bisogno dell’anima cristiana dell’Europa”. Questa guerra al cristianesimo non sarebbe così pericolosa se i cristiani la capissero. Invece, all’incomprensione partecipano molti di loro. Sono quei teologi frustrati dalla supremazia intellettuale di Benedetto XVI. Quei vescovi incerti che ritengono che venire a compromesso con la modernità sia il modo migliore per aggiornare il messaggio cristiano. Quei cardinali in crisi di fede che cominciano a insinuare che il celibato dei sacerdoti non è un dogma e che forse sarebbe meglio ripensarlo. Quegli intellettuali cattolici felpati che pensano che esista una questione femminile dentro la Chiesa e un non risolto problema fra cristianesimo e sessualità. Quelle conferenze episcopali che sbagliano l’ordine del giorno e, mentre auspicano la politica delle frontiere aperte a tutti, non hanno il coraggio di denunciare le aggressioni che i cristiani subiscono e l’umiliazione che sono costretti a provare dall’essere tutti, indiscriminatamente, portati sul banco degli imputati. Oppure quei cancellieri venuti dall’Est che esibiscono un bel ministro degli esteri omosessuale mentre attaccano il Papa su ogni argomento etico, o quelli nati nell’Ovest, i quali pensano che l’Occidente deve essere laico, cioè anticristiano. La guerra dei laicisti continuerà, se non altro perché un Papa come Benedetto XVI che sorride ma non arretra di un millimetro la alimenta. Ma se si capisce perché non si sposta, allora si prende la situazione in mano e non si aspetta il prossimo colpo. Chi si limita soltanto a solidarizzare con lui o è uno entrato nell’orto degli ulivi di notte e di nascosto oppure è uno che non ha capito perché ci sta.
Fin qui la lettera del Presidente Pera. Ma c’è pure un’altra opinione di assoluto rilievo, anche perché del tutto inaspettata, ed è quella di un ebreo conservatore – l’ex sindaco di New York Edward Koch – il quale ha di recente commentato la vicenda sul quotidiano “Jerusalem Post“. Pubblichiamo un piccolo stralcio delle parti più significative.
Credo che i continui attacchi da parte dei media alla Chiesa cattolica e a Papa Benedetto XVI siano diventate manifestazioni di anti-cattolicesimo. La sequela di articoli su gli stessi eventi non ha più, a mio parere, lo scopo di informare, ma semplicemente di punire. La molestia sessuale dei bambini, principalmente maschi, è orrendo. Su questo sono d’accordo tutti, i cattolici, la Chiesa stessa, così come i non cattolici e i media. Il Papa in varie occasioni, a nome della Chiesa, ha ammesso errori e ha chiesto perdono. […] Molti di coloro che nei media che stanno attaccando la Chiesa e il papa oggi chiaramente lo fanno con piacere, e alcuni con malizia. Il motivo, credo, per i continui assalti è che ci sono molti nei media, e alcuni cattolici, così come molti nel pubblico, che sono contrari e si sentono irritati dalle posizioni della Chiesa, tra cui l’opposizione a tutti gli aborti, l’opposizione al sesso gay e al matrimonio tra persone dello stesso sesso, il mantenimento delle regole di celibato per i sacerdoti, l’esclusione delle donne dal clero, e ad altre cose. Un mio buon amico, il Cardinale O’Connor, una volta mi disse: “La Chiesa non è un salad bar, in cui puoi selezionare e scegliere ciò che ti piace.” La Chiesa ha il diritto di esigere rispetto di tutti i suoi obblighi religiosi dai suoi fedeli, e il diritto di mantenere ciò in cui crede.. Non sono d’accordo con la Chiesa su tutte queste posizioni. Tuttavia, si ha il diritto di tenere questi punti di vista secondo le proprie credenze religiose. Non sono d’accordo con molti principi dell’ebraismo ortodosso – la religione della mia nascita – e ho scelto di seguire i principi del giudaismo conservatore. Gli Ebrei ortodossi, come la Chiesa cattolica romana, possono chiedere un’assoluta obbedienza alle regole religiose. Chi non vuole aderire è libero di andarsene. Credo che la chiesa cattolica sia una forza positiva nel mondo, non certo negativa. Inoltre, l’esistenza di un miliardo e 130 milioni di cattolici in tutto il mondo è importante per la pace e la prosperità del pianeta. […]
Per parte nostra aggiungiamo questa breve riflessione. Molti degli intellettuali che oggi crocifiggono i preti pedofili sono gli stessi che, non molto tempo fa, hanno urlato per giustificare e glorificare il regista Roman Polanski, che a suo tempo aveva stuprato una tredicenne. Classico esempio di “doppiopesismo” e riprova di evidente malafede in almeno uno dei due casi.Quale?

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