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La cattiva coscienza del governo e la necessità della ripresa del movimento

Aprile 04
20:57 2016

Appello per uno sciopero unitario dei precari a favore del superamento del comma 131 della L 107 – quello che obbliga a non assumere più il personale che ha superato i 36 mesi di servizio – contro lo stravolgimento del testo unico di reclutamento, per il diritto al lavoro, la continuità didattica, l’assunzione di tutti i precari, la promozione con le lotte dei quesiti referendari e la pressione politica per una sentenza a favore del mondo del lavoro da parte della Corte Costituzionale il 17 maggio 2016.

Governo e giudici devono sentirci!

Il governo aveva già messo in preventivo la sconfitta. In seguito alla sentenza della Corte europea e alle conseguenti assunzioni più acclamante della storia, il governo ha sancito che:

è istituito un fondo per i pagamenti in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali aventi ad oggetto il risarcimento dei danni conseguenti alla reiterazione di contratti a termine per una durata complessiva superiore a trentasei mesi, anche non continuativi, su posti vacanti e disponibili, con la dotazione di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016 […]

In pratica, Renzi e i suoi sono disposti a bruciare il denaro – pubblico – in sanzioni piuttosto che stabilizzarci.Sono disposti a privare la scuola della parte più giovane, titolata, disponibile. Inoltre, attraverso la L 107 viene sancita la non rinnovabilità dei contratti ai precari storici:

A decorrere dal 1º settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale […] non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi.

E’ la voce del padrone che dichiara “piuttosto che rispettare la sentenza europea, caro precario, ti licenziamo. Chiaro?”. E la condizione di noi precari della scuola statale assomiglia sempre più a quella delle maestre delle scuole comunali licenziate dai tagli imposti dall’austerità europea al Comune di Roma.

Queste misure di fatto sanciscono la volontà governativa di “ammazzare i precari”, snellire le affollate graduatorie figlie licenziando di fatto! Ribadiamo la necessità del rilancio della graduatoria quale strumento di accesso al lavoro.

Il governo vuole uscire dal tunnel dei numeri della precarietà che grava su tutta la scuola attraverso il taglio degli aventi diritto ad un posto di lavoro che – molto spesso – è quello su cui si sta lavorando in quest’anno scolastico. Tutto questo mentre ci si prepara ad un concorso truffa e umiliante che mette a disposizione solo i posti resi disponibili con i penzionamenti e che non corrisponde al reale fabbisogno delle scuole, sul ruolo dei docenti di potenziamento, sulle conseguenze della nuova mobilità del personale di ruolo, sull’espulsione – per legge – di un numero elevatissimo di lavoratori che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione come stabilito dalla Corte di giustizia europea nel novembre 2014.

Inoltre, questa misura imposta al mondo della scuola, si delinea come un modello da imporre a tutto il mondo dell’amministrazione pubblica con le disastrose conseguenze sul piano occupazionale, della qualità del servizio e della reale cittadinanza dell’individuo nel suo posto di lavoro. In pratica, il passaggio degradante dalla condizione di lavoratore, a quella di operatore chiamato quando serve, senza continuità e conseguenze legali future. Una precarietà nella precarietà e senza continuità!

 

Dopo un anno di gelo – politico, sindacale, culturale – sulla primavera del mondo della scuola esplosa un anno fa, chiediamo a tutti di fare un serio bilancio su quanto in pochi mesi i lavoratori della scuola hanno perso.

A tutto ciò, va aggiunta l’inquietante questione delle deleghe al governo che gravano come una spada di Damocle su un mondo della scuola che vuole uscire dal baratro economico, contrattuale, qualitativo e soprattutto democratico attraverso la raccolta firme di una campagna referendaria. Che da sola, non basta.

Consideriamo molto importante per il mondo del lavoro la data del 17 maggio 2016 quando la Corte Costituzionale è chiamata a sentenziare sulla questione posta dalla Corte di giustizia europea in merito alla maturazione del diritto alla stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno maturato più di 36 mesi di servizio.Tutto il mondo del lavoro, non solo noi precari della scuola, sono i diretti interessati di tale sentenza. Siamo convinti che tale evento vada sostenuto con un’iniziativa forte che rilanci la lotta nelle scuole e nel paese sulle questioni riguardanti la democrazia, i diritti dei lavoratori, la difesa della scuola pubblica: una ripresa della mobilitazione unitaria che potrebbe culminare in uno sciopero da effettuare in coincidenza col pronunciamento della Corte Costituzionale il prossimo 17 maggio.

Vi chiediamo un aiuto: questa è una chiamata per una ripresa della mobilitazione da costruire tutti insieme – lavoratori, movimenti e organizzazioni sindacali – che ponga tre grandi questioni: la democrazia, i diritti del lavoro, e la difesa della scuola pubblica

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