Notizie in Controluce

Titolo: La carta più alta
Autore: Marco Malvaldi
ISBN: 9788838926082
Editore: Sellerio
Prezzo: € 13,00   e-book disponibile € 8,99
Copertina:
Descrizione: Ecco il quarto giallaccio dedicato ai vecchietti frequentatori del BarLume o ‘mangiasemolino a ufo’, per dirla con l’autore, che saranno presto altrettanti film trasmessi da Sky con l’attesissimo ‘barrista’ Filippo Timi. Malvaldi non delude con il suo mix g-locale fatto di provincia e di come va il mondo attraverso labili trame che resistono un paio di cento pagine con la trama gialla che si perde nei meandri del quotidiano più vario nell’inventato paese di Pineta.

Il bello, in effetti, sta proprio qua: nella parlata toscana, nel gioco delle parti di Massimo con i quattro ragazzacci, compreso il nonno, e di questi con ciò che li circonda e li riguarda che però ordinano secondo originali categorie frutto dell’età e di una buona fantasia. Arrivato alla cassa il cliente può tentare la carta più alta contro il banco: se vince non paga ciò che ha consumato, se perde paga doppio. In La carta più alta nonno Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca e Aldo il ristoratore, si occupano in parte di un cold case: di un’antica villa, nuovamente sul mercato immobiliare, con un prezzo giudicato dai nostri inferiore al suo valore, fu venduta anni addietro la nuda proprietà e il padrone morì in circostanze misteriose con molto anticipo sulla tabella di marcia prevista. Il barrista Massimo, prova a frenare i terribili nonni con una lettera anonima, ma fa peggio e la situazione precipita, come anche Massimo, al quale rimane molto tempo per ‘dedurre’ steso nel letto d’una corsia d’ospedale… Se Malvaldi evitasse qualche caduta di stile fra immagini scatologiche e l’idea che i lettori condividano tanto a fondo il suo (davvero particolare) immaginario, i suoi libri sarebbero quasi perfetti. Quella dell’autore potrebbe anche essere una presa di posizione per non somigliare a modelli come Andrea Camilleri, con il quale condivide casa editrice e utilizzo del dialetto madre. I libri di Malvaldi, si sa, hanno successo, e certi passaggi che appaiono rozzi sembrerebbero appartenere a *«La feroce satira che scioglie nell’acido ogni perbenismo ideologico». (*dalla quarta di copertina).