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LA CALATA DELLA MADONNA DELLA PIETA’  E  LA SUA STORIA

LA CALATA DELLA MADONNA DELLA PIETA’  E  LA SUA STORIA
Settembre 16
19:03 2023

Si è svolta oggi, 16 settembre, nella Parrocchia dell’Assunta di Rocca di Papa  la toccante cerimonia legata alla tradizionale Calata della Madonna della Pietà, rito ormai secolare della discesa dall’altare maggiore, della venerata immagine della Madonna della Pietà. Gremita la chiesa, tra la grande e spontanea commozione dei fedeli e con la presenza dei Confratelli del S.S Sacramento, per l’occasione abbigliati con paramenti azzurri e bianchi in onore della Madre Celeste.

Tra applausi e grande emozione,  la cerimonia si è svolta alla presenza del Parroco Padre Thomas e Don Maurizio Del Nero, nostro concittadino:  la Sacra Immagine ha percorso la navata principale della chiesa tra i fedeli, ha simbolicamente benedetto i presenti e, fuori la chiesa, tutto il paese, percorrendo poi il tragitto inverso per essere sistemata in una particolare struttura mobile, con la quale verrà portata in processione nei diversi rioni della città.

Ma torniamo indietro nel tempo, precisamente a quel 26 agosto 1806, quando alle ore 07.35, il terremoto più violento generato dal vulcano sottostante ai Castelli Romani provocò un importante numero di vittime. Il sisma colpì i Colli Albani e causò i massimi effetti a Genzano, Rocca di Papa e Velletri. I danni furono notevoli in altri quattordici paesi.  A Rocca di Papa fu distrutto quasi totalmente il quartiere più elevato dell’abitato con numerosi morti e feriti.  La cattedrale risultò danneggiata e crollò metà della chiesa dei padri Scalzi della Mercede.[1]

Nei registri parrocchiali, alle date indicate, non risultano i numerosi decessi ai quali si fa poco sopra riferimento: probabilmente gli abitanti riuscirono in tempo a mettersi in salvo.

Il Canonico Pietro Santovetti allega un biglietto al suo manoscritto, dove si legge che al momento del crollo “per grazia di Dio non è perito nesuno, e vi sono trovati solamente in Chiesa  P.ro Quirini d.o (detto)  Richiò[2], e Margherita moglie di Fran° Gatta  di Città, che accortisi della ruina hanno avuto campo di fuggire[3]

In seguito a questo sisma del 1806 e al crollo della Chiesa parrocchiale di Rocca di Papa nel 1814, sistemato provvisoriamente il culto religioso nel Convento dei Frati della Mercede, in quella che oggi è l’attuale Piazza della Repubblica, si iniziò a progettare il modo di ricostruire una nuova sede destinata alla liturgia e alle funzioni sacre, senza gravare troppo sulle tasche degli abitanti del piccolo borgo. La maggioranza dei Consiglieri era favorevole venisse consolidato il luogo provvisoriamente adottato, vale a dire proprio nella parte bassa di Rocca di Papa, luogo d’ingresso del paese, nella speranza questa contrada si popolasse, ma, rispetto all’antico borgo, la Piazza dei Frati sarebbe stata troppo fuori mano per i fedeli. Così venne deciso di riedificare il nuovo luogo di culto sui resti della chiesa crollata, sia perché centrale, sia per il risparmio dovuto alla facciata e alle pareti laterali rimaste integre.

Il 22 maggio del 1820 il Vescovo di Frascati Em.te Card. Bartolomeo Pacca visitò il piccolo borgo castellano, pernottando in casa di Gio.Batta Tojetti. S’interessò alla ricostruzione della chiesa e promise d’intercedere presso il Papa Pio VII affinché elargisse un contributo a beneficio di questa opera.

Il 23 maggio, giorno della Pentecoste, amministrò il sacramento della Cresima, ricevendo calorosa accoglienza da parte dei fedeli. Tornato a Frascati e poi a Roma, si recò dal S. Padre, il quale si impietosì pensando ai poveri Terrazzani – così erano chiamati gli abitanti di Rocca di Papa – e ordinò venisse messa a disposizione, prelevandola dall’erario pubblico, la somma di 600 scudi per consentire venissero portati avanti i lavori della Chiesa. Quel denaro però non fu sufficiente per ultimarli e il Comune accumulando debiti li portò avanti, fin quando non venne impostata la volta nel 1825.

Terminati ancora i denari, fu necessaria un’interruzione dei lavori di edificazione e restauro: il Vescovo di Frascati, E.mo Francesco Saverio Castiglioni, futuro Papa Pio VIII, venuto a conoscenza delle gravi difficoltà economiche che impedivano il proseguimento degli interventi edili, stabilì che la Sacra Congregazione del Buon Governo anticipasse la somma per terminarli senza gravare sulla popolazione. Purtroppo ancora una volta gli scudi finirono e tra tasse e oboli, finanziamenti del Santo Padre e della Congregazione del Buon Governo e una riduzione delle somme dovute alla Casa Colonna, si arrivò al 1828 con la chiesa non ancora agibile, nonostante interventi a singhiozzo fatti nel tempo.

Ormai oppresso dai debiti il popolo sempre più protestava, lamentandosi anche del fatto che la chiesa non era ancora agibile e che soprattutto in inverno, era molto disagevole recarsi per i sacri impegni religiosi, fino al Convento della Mercede: si chiedeva pertanto un’apertura provvisoria del nuovo edificio. Tali suppliche non vennero accolte e la Sacra Congregazione del Buon Governo rispose che fin tanto il popolo non avesse estinto il debito, non poteva essere disponibile la nuova chiesa. Sistemato alla bene e meglio l’interno del Tempio, vennero rivolte suppliche al Vescovo Tuscolano Cardinale Emanuele De Gregorio, perché con la mediazione presso il Cardinale Ercole Dandini, prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, si potesse tornare a officiare e a celebrare i sacri Misteri nella Chiesa dell’Assunta a Rocca di Papa. Così, benedetto l’edificio sacro il 30 dicembre 1829 da Don Giovanni Blasi; il giorno seguente venne celebrata su un altare di legno, la prima messa officiata dal sacerdote Don Marco Panaccia, davanti a una popolazione commossa. Nel 1830 a spese dei Benefattori e delle Opere Pie furono fatti  gli stalli per il Coro, il pulpito, e la balaustra di ferro, nonché l’Armario per la Sagrestia, e fu posta nella Torre del Campanile una nuova campana[4]

L’anno successivo Paolo Carnevali propose di realizzare una raggiera di ottimi stucchi sull’altare maggiore per collocarvi l’immagine della Madonna della Pietà di Pietro Labruzzi, ritrovata intatta tra le macerie della Chiesa colpita dal terremoto. Con il consenso del Vescovo il lavoro venne affidato ed eseguito dallo stuccatore Giuseppe Pacetti: la raggiera venne dorata e al centro di essa venne collocata la sacra immagine il 2 novembre 1831, accompagnata dalla seguente iscrizione:

 

Questa miracolosa immagine di Maria SS.ma che al Tempio ed alla

venerazione Paolo fù Nicola Carnevali offriva solennemente nell’anno

MDCCXCI e che tra le macerie del diruto Tempio rinvenuta illesa l’anno

MDCCCXIV alla publica venerazione splendidamente adorna a proprie

spese l’anno di nostra salute MDCCCXXX lodando, e glorificando Maria

abbia preci dal devoto popolo riconoscente

Il Pio Benefattore.[5]

 

Solo nel 1845 la  chiesa verrà  ultimata e il 29 settembre consacrata dalcardinale Mario Mattei Vescovo Tuscolano e Segretario di Stato, alla presenza della festante popolazione.[6]

Siamo figli di quella popolazione e quel canto spontaneo, antica preghiera modulata dalla voce e  tramandata nel tempo, commuove ed emoziona ogni volta: ciascuno lascia la propria invocazione sospesa nell’aria,  mentre un legame s’accende con gli avi… in un cammino di Fede mai interrotto.

[1] ((http://www.blueplanetheart.it/2018/08/26-agosto-1806-un-forte-terremoto-mw-5-5-sui-colli-albani-causo-danni-anche-roma/).

[2]  Nello Stato delle Anime del 1776 Pietro Querini vive con la moglie Maria nel Rione Case nuove con cinque figli; nello

Stato delle Anime del 1819 Pietro non è presente, alcuni suoi figli quarantenni risultano sposati con prole.

3 Nello Stato delle Anime del 1819 Francesco e Margherita con tre figli risultano residenti tra il Borgo e il Rione

Carbonaro; quando crollò la chiesa Margherita aveva 43 anni.

[5] Santovetti P., Crypt.It. 9, Memorie Istoriche Sacre e Profane del Castello di Rocca di Papa raccolte nel 1832,Biblioteca

Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata

[6] Stralci di articoli pubblicati dall’autrice nei numeri 2,4 e 5 della Rivista Castelli Romani  2022

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