La battaglia di Lepanto – 1
Il 20 maggio 1571 papa Pio V dopo lunghe trattative riuscì a far sottoscrivere un’alleanza, la Lega Santa, tra il regno di Spagna, la repubblica di Venezia e altri stati italiani: questo accordo aveva lo scopo di organizzare una flotta in grado di arginare nel Mediterraneo l’espandersi dei Turchi, che apparivano invincibili sul mare.
Per meglio comprendere le cause, ricordiamo che alla metà del sedicesimo secolo l’Impero Ottomano controllava, oltre ai territori dell’ex Impero Romano d’Oriente, tutti i Balcani, l’Ungheria, la Moldavia e la Valacchia, minacciando via terra lo stesso Impero Asburgico;
nel 1565 aveva assalito Malta dove i Cavalieri dell’Ordine Ospitaliero di San Giovanni, sorretti dalla popolazione e dagli aiuti della Spagna, respinsero l’assedio. L’anno successivo Genova non riuscì a difendere dalla conquista dei Turchi l’isola di Chio: evidenti erano le intenzioni ottomane di controllo del Mediterraneo e sempre più deboli le capacità di difendersi dell’Europa. All’inizio del 1570, inoltre, i Turchi avevano intimato a Venezia di abbandonare Cipro, ma la Serenissima oppose un netto rifiuto: l’isola costituiva un possedimento strategico nel Mediterraneo orientale, anche per l’attività mercantile, e la sua perdita avrebbe avuto conseguenze drammatiche non solo per Venezia ma per tutta l’Europa del sud. Il papa Pio V ritenne opportuno intervenire, promuovendo nel giugno del 1570 la Lega Cristiana, a capo della quale fu posto Marcantonio Colonna Duca di Paliano, ed a cui aderirono Venezia, Spagna, Genova e Savoia. Nonostante gli aiuti della Lega e la strenua ed eroica resistenza veneziana, il 9 settembre 1570 i turchi entrarono nella capitale cipriota Nicosia.
Fu ancora il papa, compresa la gravità della situazione, a riprendere l’iniziativa per costituire una nuova lega e fu necessaria tutta la sua energia per accordare Spagna e Venezia: nemiche sul mare, la prima era interessata a combattere la presenza musulmana nel Mediterraneo occidentale, mentre Venezia era molto preoccupata per gli attacchi ai possedimenti lungo l’Adriatico orientale e lo Ionio. Il 20 maggio 1571 si raggiunse l’accordo: la Lega Santa comprese, oltre a Venezia, che ne sosterrà lo sforzo maggiore, e la Spagna, le repubbliche di Lucca e di Genova, il ducato di Savoia, il Granducato di Toscana, i ducati di Parma, Mantova, Ferrara, Urbino ed i Cavalieri di Malta. La flotta, salpata da Messina il 24 agosto 1571, comandata da don Giovanni d’Austria figlio naturale di Carlo V, arriva ai primi di ottobre nei pressi del golfo di Lepanto dove trova la flotta turca; qui giunge la notizia della caduta, dopo lungo assedio, di Famagosta ultimo baluardo veneziano a Cipro. La flotta della Lega Santa era costituita da 200 galee circa, sei galeazze e un centinaio di navi d’appoggio. La galea, o galera, era una nave da guerra usata nel Mediterraneo da duemila anni; il nome “galea” deriva dal greco ‘galeas’ che significa pescespada: lunga e sottile, aveva un rostro fissato a prua per speronare le navi avversarie; manovrabile grazie ai remi, con la vela quadra sfruttava la forza del vento.
A Lepanto un rilevante contributo fu dato dalle sei galeazze costruite ed equipaggiate da Venezia e poste davanti alla flotta. Vere e proprie fortezze galleggianti e molto più grandi e stabili delle galee, le galeazze potevano imbarcare batterie di cannoni di grosso calibro e sparare in tutte le direzioni; era però arduo manovrarle a remi e dovevano essere trainate sul luogo di combattimento ciascuna da due galee.
(Continua)
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