l TAR del Lazio accoglie il ricorso del Comitato Case Rosse e Raggio Verde annullando l’aumento dei rifiuti pericolosi bruciati dalla BASF
La BASF era stata così autorizzata dalla Provincia di Roma a triplicare i rifiuti pericolosi da bruciare nel suo inceneritore in un’area divenuta residenziale con, a pochi metri, un asilo nido.
Il Comitato Case Rosse, patrocinato dall’avv. Vittorina Teofilatto, aveva impugnato la determina indicata e Raggio Verde, patrocinata dagli avv.ti Daniela Terracciano ed Alessandro Di Matteo, aveva sostenuto l’azione del Comitato Case Rosse effettuando un intervento ad adiuvandum.
Nella sentenza viene ribadita la “legittimazione attiva del comitato composto da numerosi cittadini residenti/domiciliati nella zona dove è collocato l’impianto in questione, che lo stesso comitato è radicato e attivo in via continuativa da diversi anni nel territorio, senza fini di lucro, con scopo statutario di rimozione delle cause esistenti e dunque di tutela ambientale”.
La sentenza specifica ” Nel merito il ricorso è fondato nel punto in cui era stato disposto l’incremento della quantità autorizzata di catalizzatori esausti da trattare “per eccesso di potere sotto i concorrenti profili del difetto di istruttoria e di motivazione”.
In particolare si tengono in considerazione i rilievi dell’ARPA, a seguito di attività di vigilanza e controllo, circa le “numerose violazioni delle prescrizioni contenute nelle precedenti determine n. 10374 del 30 dicembre 2011 e n. 5508 del 07 agosto 2012 (AIA e suo aggiornamento)” e il parere di necessario riesame dell’AIA medesima.
Il comitato di quartiere Case Rosse accoglie con viva soddisfazione la sentenza del TAR, e ringrazia l’associazione Raggio Verde per la competente tutela legale fornita. Auspica da parte della Provincia di Roma e delle Istituzioni un’attenta ponderazione dei delicati interessi in gioco e soprattutto un più attento operato nel rispetto e nella garanzia della salute della cittadinanza.
Questa sentenza, insieme ai recenti interventi della Magistratura penale che hanno visto la sospensione di alcune attività della Basf autorizzate con l’AIA del dicembre 2011, impone al Sindaco Marino, responsabile per legge della salute dei cittadini, un intervento radicale con la chiusura immediata del reparto catalizzatori esausti della BASF, che interessa solo il 20% della produzione, o la delocalizzazione dell’inceneritore, come da Istanza dei Comitati (http://www.sitotiburtina.altervista.org/ambiente/engelhard/2014/istanza-comitati_7-ott-2014.pdf )
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento