L’opera struggente di Eggers
Titolo: L’opera struggente di un formidabile genio
Autore: Dave Eggers
ISBN: 9788804501350
Editore: Mondadori
Prezzo: € 11,00 e-book disponibile € 6,99
Copertina:
Descrizione: Quello di Dave Eggers è forse un libro di Natale? Esclusa la lunghezza da ‘vacanza’, 485 pagine, e un bel drappo di velluto rosso in copertina che lascia spazio ad un orizzonte struggente, diremmo di no. Romanzo vivo e vegeto in libreria da oltre un decennio, è stato inserito dai bene informati nel genere letterario del ‘realismo isterico’ in buona compagnia con autori come Don DeLillo, Zadie Smith, D.F. Wallace ed altri.
Di certo si tratta di un romanzo fiume, distratto da mille questioni, ma integralmente concentrato sulla vita vera e, a tratti, sulla sua sostanza scatologica, come forse mai capitato a Wallace, col quale terminiamo qua ogni parallelo. La storia è autobiografica: con la forza spavalda e gradassa dei propri vent’anni, alla morte di entrambi i genitori a poche settimane l’uno dall’altra, Dave in prima persona, anche se con l’aiuto di altri due fratelli più grandi, si prende cura del più piccolo di casa, Toph (diminutivo di Cristoph) di nove anni. Vendendo la casa di famiglia con quasi tutto quello che c’è dentro, esclusi alcuni tappeti e poche altre cose che mantengono il filo con il passato, tre dei quattro fratelli si trasferiscono da Chicago sulla costa californiana in un assolato e incredibile appartamento da cui vedere solo mare almeno per una lunga vacanza. L’intento è quello di riconciliarsi con la natura e con la vita che ha messo a così dura prova le loro giovani esistenze. Da qui si trasferiranno a San Francisco per proseguire gli studi e lavorare e poi in altre città. Dave, nel pieno di tempeste ormonali e creative, nel frattempo fonderà una rivista intrisa di cultura anni ’90 (interviste surreali, esperimenti di no profit, goliardia e foto da ‘tutti nudi alla meta’), cercherà di proteggere l’infanzia di Toph dalle volgarità del mondo, garantendogli famiglia e regole senza perdere di vista la propria prorompente giovinezza. L’effetto travolgente è assicurato: Eggers è un nevrotico con la corona. Nelle sue rare uscite serali si sbriga spesso a rientrare a casa immaginando Toph trucidato da qualche baby sitter di turno; frequenta una ragazza e sogna di innamorarsi delle amiche; tira su una rivista di cultura e tendenze e vede la rovina dietro ogni mossa intrapresa… La tenerezza di fronte a questa incredibile famiglia fatta a volte di due, a volte di tre o quattro fratelli e degli amici che frequentano casa, è assicurata con buona pace di chi va blaterando che la famiglia è solo ‘quella in un certo modo’ e non un’altra. L’amore che circola nel fare le cose e anche nel non farle è testimonianza di grande umanità, la scrittura di Eggers quasi geniale, tolte alcune nevrasteniche lungaggini. La città di Chicago con i suoi laghetti ghiacciati o le assolate città della costa, seppure con tratti di fortissima decadenza mai tralasciati, appaiono magiche poiché servite da una scrittura a tre dimensioni. Il senso struggente di una quotidianità intrisa di sole, bellezza, giovinezza, ma anche della percezione del tempo che trascorre per non ritornare, è pienamente restituita dai pomeriggi interi in cui Toph e Dave fanno qualsiasi tipo di sport in spiaggia o su un prato. La speranza è nella vicinanza all’altro (che certe volte nemmeno sa di volerla), nell’essere presenti a se stessi, nel desiderare, anche senza riuscire… (Serena Grizi)
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