L’Italia sono anch’io – Campagna per i Diritti di Cittadinanza
La campagna nazionale, presentata il 22 giugno 2011, nasce per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza. È promossa da 18 organizzazioni della società civile: Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Tavola della Pace e Coordinamento nazionale degli enti per la pace e i diritti umani, Terra del Fuoco, Ugl Sei e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore è il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio. Dall’autunno 2011 verrà promossa una raccolta di firme per due leggi di iniziativa popolare, una di riforma dell’attuale normativa sulla cittadinanza, l’altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative. Si parte dai principi che chi nasce in Italia, è italiano e chi paga le tasse ha diritto di voto. Principi che promettono di rivoluzionare la vita dei 5 milioni di immigrati che lavorano e studiano nel nostro Paese. Nello specifico la prima proposta di legge introduce lo ius soli: sono cittadini italiani i nati in Italia che abbiano almeno un genitore legalmente soggiornante che ne faccia richiesta (oggi vale lo ius sanguinis: si è italiani solo se si nasce da genitori italiani). Non solo. La proposta riconosce un diritto per i tantissimi minori che crescono e vivono nel nostro Paese: i bambini e le bambine che, nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno, o entrati in Italia entro il 10° anno di età vi abbiano soggiornato legalmente, possono diventare italiani con la maggiore età, se ne fanno richiesta entro due anni. Infine, per gli adulti, la domanda di cittadinanza potrà essere presentata da uno straniero legalmente soggiornante in Italia da 5 anni (e non più da 10 anni, come ora).
La seconda proposta (diritto di voto alle elezioni amministrative) afferma che «il diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali, provinciali, concernenti le città metropolitane e le Regioni è garantito anche a chi non sia cittadino italiano, quando abbia maturato cinque anni di regolare soggiorno in Italia». (fonte Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione e Repubblica.it)
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