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L’influenza pandemica A(H1N1) 2009

Novembre 06
11:04 2009

Una pandemia (dal greco antico pan-demos, “tutto il popolo”) è un’epidemia determinata dalla rapida diffusione di una infezione in più aree del mondo, con un elevato numero di casi gravi appartenenti a tutti i gruppi di età e una mortalità elevata. La pandemia differisce dalle influenze stagionali: mentre queste ultime sono generate da sottotipi di virus influenzali già esistenti, le pandemie sono causate da sottotipi virali nuovi o che non circolano nella popolazione da molto tempo: la comparsa di un nuovo ceppo virale non è di per sé sufficiente a causare una pandemia: occorre che il nuovo virus sia capace di trasmettersi da uomo a uomo in modo efficace.
Le pandemie si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili, e, negli ultimi 100 anni, si sono verificate nel 1918 (Spagnola, virus A, sottotipo H1N1)), 1957 (Asiatica, virus A, sottotipo H2N2) e 1968 (HongKong, virus A, sottotipo H3N2). La più severa, nel 1918, ha provocato da20 a 40 milioni di morti. L’incertezza sulle modalità e i tempi di diffusione determina la necessità di preparare in anticipo le strategie di risposta alla eventuale pandemia, tenendo conto che tale preparazione deve considerare tempi e modi della risposta. Infatti, se da una parte un ritardo di preparazione può causare una risposta inadeguata e conseguenti gravi danni per la salute, dall’altra, qualora l’evento non accada, un investimento eccessivo di risorse in tale preparazione può causare sprechi e stornare investimenti da altri settori prioritari.
Nel febbraio 2006 l’allora Ministero della Salute pubblicò il Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale. L’allegato A dello stesso piano stabiliva le indicazioni per l’elaborazione dei piani pandemici regionali.
Le sei fasi di una pandemia influenzale. Il piano d’azione presenta una proposta di risposta dell’Unione a ciascuna delle sei fasi che caratterizzano una pandemia influenzale, così come sono state definite dall’OMS: Fase 1 – periodo interpandemico: nessun nuovo sottotipo di virus influenzale è stato rilevato sull’uomo; Fase 2 – periodo interpandemico: nessun nuovo sottotipo di virus influenzale è stato rilevato sull’uomo, tuttavia un sottotipo di virus influenzale circolante presso animali espone l’uomo ad un elevato rischio di malattia. Fase 3 – periodo di allarme pandemico: infezione sull’uomo dovuta ad un nuovo sottotipo, tuttavia senza trasmissione interumana. Fase 4 – periodo di allarme pandemico: piccolo/i gruppo/i di casi con una trasmissione limitata interumana. La propagazione rimane peraltro molto localizzata e ciò lascia supporre che il virus non si sia ben adattato all’uomo. Fase 5 – periodo di allarme pandemico: gruppo/i di casi più importante/i, ma trasmissione interumana sempre localizzata, il che lascia dedurre che il virus si stia adattando sempre di più all’uomo, ma che non sia tuttavia ancora pienamente trasmissibile (rischio importante di pandemia). Fase 6 – periodo di pandemia: trasmissione crescente e duratura presso la popolazione. Diversi focolai accertati in almeno un paese all’esterno dell’UE, con trasmissione interumana e propagazione ad altri paesi
La nuova influenza A(H1N1) è un’infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi fondamentalmente simili a quelli classici dell’influenza: febbre ad esordio rapido, tosse, mal di gola, malessere generale. Come per l’influenza classica sono possibili complicazioni gravi, quali la polmonite. I primi casi della nuova influenza umana da virus A(H1N1) sono stati legati a contatti ravvicinati tra maiali e uomo, ma il nuovo virus si è ora adattato all’uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona.; in più il sistema immunitario della maggior parte delle persone non è mai stato confrontato a questo virus e non è in grado di proteggere l’organismo dalla malattia, conseguentemente conseguenza, in caso di pandemia, il numero di malati potrebbe risultare fino a cinque volte superiore a quello provocato da un’influenza stagionale. I dati disponibili indicano che, presso la maggior parte delle persone contagiate, i sintomi da influenza pandemica (H1N1) 2009 sono di lieve e media gravità e comparabili con quelli di un’influenza stagionale. La stragrande maggioranza degli ammalati guarisce completamente dopo alcuni giorni e non necessita di alcun trattamento medico. Tuttavia, sono morte anche persone a causa dell’influenza pandemica (H1N1) 2009 – in modo particolare anche persone giovani, finora sane. Un maggiore rischio di complicanze (p. es. polmonite) si manifesta in particolare tra le persone che soffrono già di malattie croniche, le donne in stato di gravidanza e i bambini piccoli. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e le autorità sanitarie nazionali di tutti i Paesi colpiti dall’influenza pandemica (H1N1) 2009 stanno raccogliendo e valutando dati sulla malattia. Trattandosi di un nuovo virus influenzale, la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali) molto probabilmente non è efficace; la vaccinazione contro l’influenza classica è comunque una misura raccomandata in caso di viaggi.
L’influenza non viene trasmessa attraverso il cibo, anche se i primi casi siano stati legati a suini, non vi sia alcun rischio di infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o prodotti a base di carne suina.
Sintomi. Il decorso tipico consiste in un’affezione acuta delle vie respiratorie con febbre oltre i 38 gradi. I brividi rappresentano un sintomo di un’improvvisa febbre elevata. Spesso, però, si manifesta soltanto una febbre leggera. Inoltre, molti ammalati accusano mal di gola, tosse secca o raffreddore. Le malattie influenzali sono tipicamente caratterizzate da dolori ai muscoli, alla testa o alle articolazioni. Molti pazienti lamentano inoltre una pesante stanchezza o mancanza di appetito. La novità dell’influenza pandemica (H1N1) 2009 consiste nel fatto che in particolare nei bambini possono sorgere nausea, vomito o diarrea.
Da quale momento e per quanto tempo una persona malata è contagiosa? Nei casi di malattie influenzali, le persone affette sono già contagiose durante l’insorgenza, quindi già un giorno prima della manifestazione dei sintomi. Gli adulti possono trasmettere il virus per tre fino a sette giorni dopo l’inizio della malattia. I bambini a volte possono essere contagiosi anche per due o tre settimane.
Proteggersi dal contagio. Per evitare il contagio è importante lavarsi le mani regolarmente e accuratamente con acqua e sapone ed evitare il più possibile di toccarsi occhi, naso e bocca. Infatti il virus viene ad esempio trasmesso quando una persona, dopo essere entrata in contatto con superfici contaminate (maniglie di porte, tavoli o mani altrui), si tocca gli occhi, il naso o la bocca con le mani contaminate. Alcuni studi hanno dimostrato che su tali superfici il virus resiste per diverse ore e può ancora essere contagioso. In caso di colpi di tosse o starnuti occorre coprirsi imperativamente bocca e naso con un fazzoletto di carta, da gettare dopo l’uso, o starnutire nella piega del gomito, se non vi è altra possibilità. In tal modo si evita che il virus si depositi sulle proprie mani. Occorre evitare di salutare con strette di mano, abbracci e baci, e avvicinarsi inutilmente a persone che mostrano sintomi influenzali (mantenersi se possibile ad almeno un metro di distanza).
La mascherina di protezione dovrebbe sempre essere indossata se si è influenzati e non ci si trova nella propria abitazione. Bisogna ad esempio portarla rientrando a casa se i primi sintomi dell’influenza si sono manifestati sul lavoro o a scuola, oppure se si rende necessaria una visita dal medico o in ospedale. La mascherina non garantisce una protezione assoluta, ma può contribuire ad arginare la diffusione del virus: coprendo bocca e naso con una mascherina, le persone che presentano i sintomi dell’influenza fanno sì che le goccioline espulse dalle vie respiratorie vengano trattenute. In tal modo la persona malata evita di contagiare gli altri quando tossisce o starnutisce. I malati dovrebbero indossare la mascherina anche in casa quando sono a contatto con altre persone. È inoltre consigliabile che le persone che curano malati a casa portino una mascherina per proteggersi dal contagio.
Vi sono Paesi nei quali il rischio di contagio è particolarmente elevato? L’influenza pandemica (H1N1) 2009 continua a diffondersi e i dati epidemiologici sulla situazione non permettono più di indicare con sufficiente precisione i Paesi in cui, il rischio di contagio è particolarmente elevato. L’OMS rinuncia a raccomandare limitazioni di viaggio nei Paesi in cui si sono già manifestati casi di influenza pandemica (H1N1; la situazione nelle varie zone cambia rapidamente per cui le persone che soggiornano all’estero devono essere consapevoli di essere esposte a un rischio di contagio. L’importante è evitare, se possibile, i contatti con persone che presentano sintomi influenzali (mantenendo una distanza di almeno un metro), di rinunciare alle strette di mano e di attenersi alle regole di igiene e alle misure di protezione. Se nel corso di un viaggio dovessero comparire i sintomi dell’influenza, si raccomanda di non lasciare il luogo dove si alloggia (camera d’albergo, appartamento di vacanza ecc.) e, se i sintomi dovessero essere gravi oppure se si appartiene ad una categoria di persone con maggiore rischio di complicanze, di consultare un medico. Inoltre, queste persone dovrebbero mantenere una distanza di almeno un metro dagli altri per evitare di contagiarli. Se i sintomi dell’influenza compaiono prima della partenza, si raccomanda di rinunciare al viaggio.
Come si può diagnosticare l’infezione da virus influenzale A(H1N1) nell’uomo? Con il passaggio alla fase pandemica e l’incremento progressivo dei casi in Europa e in Italia sono stati rafforzati i sistemi di sorveglianza ma non si ritiene più indispensabile la conferma di laboratorio dei casi sospetti e pertanto la diagnosi è basata soltanto sul solo criterio clinico (sintomi). I pazienti sono sempre tenuti a informare il medico di un viaggio all’estero negli ultimi sette giorni dall’insorgenza della malattia, ma ormai il sospetto di influenza A (H1N1) deve essere preso in considerazione anche in assenza di viaggi all’estero. Durante la fase pandemica, l’analisi di laboratorio sarà effettuata su indicazione del medico per tutti i casi che presentano un quadro clinico impegnativo e richiedono il ricovero. Ai fini della sorveglianza, inoltre, analisi di laboratorio sono effettuate a campione e nei casi che si sono manifestati in assenza di viaggi o di contatti con casi confermati. Per l’analisi di laboratorio è necessario raccogliere un campione di secrezioni respiratorie (tampone nasale o faringeo) entro i primi 4 – 5 giorni dall’inizio dei sintomi (quando è maggiormente probabile che la persona elimini i virus).

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