L’incontro (dedicata a Maria Bogdzinska)
Oggi in questa notte, insonne e abbandonato,
Tra i raggi lunari, spinto da un soffio strano…
Non so come a Ravenna mi son ritrovato
E ho visto ciò che da tempo sognavo invano.
Le note d’un flauto da una finestra vicino,
La brezza che porta un profumo inebriante
Ed io come tra mistici fiori cammino,
Sotto la celeste cupola scintillante.
“Sarà pago chi beve alla divina fonte!”
Ho chiuso gli occhi come chiamato da Dio
Udivo solo del fiume lo strano brusìo,
Più tardi, più tardi ho visto Dante sul ponte.
“Sei tu, Tu, mio maestro! Bianco come un giglio,
Perché mai Ti brucia questo strano sconforto?
Svelami, Ti prego, il segreto del Tuo volto,
Non so niente. Mi son perso. Dammi un consiglio”.
Egli disse, o disse l’acqua, oppure la luna,
Caddi in ginocchio, coprendomi il viso triste:
“Non c’è inferno, né cielo, non c’è terra alcuna,
C’è solo Beatrice. E proprio lei non esiste”.
(trad. Paolo Statuti)
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