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L’inconscio scenario di possibili disturbi psichici

L’inconscio scenario di possibili disturbi psichici
Aprile 09
22:00 2015

Si fa riferimento all’inconscio riferendosi a tre esempi: uno tratto dalla clinica, uno dalla sperimentazione e uno dalla psicologia di laboratorio. L’esempio clinico è ricavato dal volume di Sigmund Freud dal titolo “La psicopatologia della vita quotidiana”; un libro e un caso elaborati verso il 1897, ancora validi per la descrizione delle azioni inconsce. Si tratta di un episodio di vita quotidiana capitato allo stesso Freud durante un viaggio e costituito dall’analisi di un vuoto di memoria osservato in un suo interlocutore che, nel riferire un verso dell’Eneide e per quanti sforzi avesse fatto, non era riuscito a ricordarlo.
Freud svolse una completa analisi di tale dimenticanza, dimostrando in modo convincente al suo interlocutore che la stessa non era casuale, ma determinata da un’ansia del soggetto, in merito ad una vicenda imbarazzante da lui vissuta e che egli cercava di ricacciare dalla coscienza. Era stato possibile a Freud compiere questa analisi lavorando sulle cosiddette associazioni libere. Parlando “a vanvera” l’interlocutore aveva offerto del materiale che aveva permesso a Freud di risalire all’ultima causa della dimenticanza ed alla messa in luce del problema affettivo che affliggeva il soggetto.
Tale caso clinico dimostra che a livello inconscio può verificarsi un processo di blocco, che impedisce un’operazione mentale come quella della memorizzazione. Il caso sperimentale invece dimostra la possibilità che, sempre a livello inconscio, si determini una distorsione di giudizio, pur conservando, il soggetto, la certezza di giudicare in modo corretto e riguarda il cosiddetto comando post-ipnotico. Se si dice ad un soggetto in ipnosi: “Dopo il risveglio dalla trance, e passati esattamente tre minuti, tu dirai o farai la tal cosa, senza ricordarti che ciò ti è stato comandato in ipnosi”, il soggetto fa proprio così. Si tratta di una sperimentazione compiuta le prime volte da Hippolyte Bernheim a Nancy, a lungo meditata ed elaborata da Freud. Nel comportamento che il soggetto fa per comando post-ipnotico egli non ha in alcun modo coscienza della motivazione che lo spinge, ma interrogato al proposito fornisce delle spiegazioni di comodo, dimostrando di crederci; si comporta dunque con una motivazione che per lui rimane inconscia e che si maschera con un motivo sostitutivo.
Il terzo ed ultimo esempio è tratto dalla sperimentazione di laboratorio di Ivan Pavlov, riguardante i cosiddetti riflessi condizionati. Si acquisisce un riflesso condizionato quando si è giunti a reagire ad uno stimolo che di per sé è indifferente, per il fatto che lo stesso è stato associato molte volte ad uno stimolo efficace. Per esempio il cane quando è affamato si mette a scodinzolare già al sentire il rumore dei passi di chi gli porta abitualmente da mangiare, oppure al vedere il piatto sul quale il cibo è stato più volte posto, ecc. Pavlov complicò gli esperimenti condizionando un cane ad attendersi la somministrazione del cibo alla presentazione di un cerchio luminoso e a non attendersi alcun alimento quando era invece proiettata una ellissi. In un secondo tempo Pavlov si mise a proiettare dei cerchi progressivamente più schiacciati e delle ellissi sempre più arrotondate. All’inizio il cane continuò a comportarsi come era stato condizionato, in quanto la discriminazione fra cerchio ed ellisse rimaneva possibile, ma ben presto la discriminazione diventò difficile e l’animale non fu più in grado di risolvere il problema. A questo punto dimostrò segni di grave dissesto neuro-psichico e diventò “nevrotico”. Se ne deduce che fattori conflittuali neuro-dinamici, sottratti alla consapevolezza, possono produrre dei sintomi di comportamento coattivo e nell’insieme i tre esempi riportati dimostrano che l’inconscio dinamico è altamente efficiente nella produzione di fatti patologici a livello psichico.
In linea generale è certamente noto come traumi e/o condizionamenti esterni possono determinare nei soggetti reazioni, per così dire disturbate, che a volte possono anche rivelarsi permanenti e per cui è allora necessario uno specifico intervento psicoterapeutico.
Si può pensare ancora a quel caso, sempre rilevato da Freud, di una donna che dopo aver visto un cane bere dell’acqua da un bicchiere, prova talmente tanto disgusto da diventare idrofoba.
Molti altri ancora potrebbero essere gli esempi da citare e di certo la psicologia, ma soprattutto la psichiatria, si trova costantemente ad analizzare nuovi comportameti, o meglio, nuove anomalie comportamentali, che possono essere cause di disturbi della personalità.

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