L'immagine Dell'invisibile i santi, le feste e i miracoli nelle icone russe
Trent’anni fa la Galleria Antiquaria di Carlo Maria Biagiarelli apriva le sue porte a Roma. Fu l’evento dell’anno, il 1984, che portò in città decine e decine di icone russe, dipinti e oggetti d’arte, insomma fece conoscere, la creatività, la religiosità, lo spirito della grande Russia. Oggi nuove icone, nuovi dipinti, nuovi oggetti di quell’arte illuminano le vetrine della nota galleria di Piazza Caprinica, 97 a Roma. Il luogo per eccellenza di una creatività straordinaria che tante, alterne vicende ha vissuto nel corso dei vari decenni del Novecento. Carlo Maria Biagiarelli è un uomo d’altri tempi, con il piglio e la forza di volontà di procedere nel suo percorso non sempre facilitato dagli eventi, un uomo di cultura con la passione di chi è capace di dimenticare tutto a vantaggio dell’arte. Questo compleanno pertanto rappresenta una tappa significativa per la nostra città. Oggi egli si presenta al pubblico romano con una nuova mostra così opportuna in area natalizia: L’Immagine dell’Invisibile – i santi, le feste e i miracoli nelle icone russe. Tante le immagini offerte dall’esposizione che si inaugurerà sabato 29 novembre dalla 17 alle 22 e per tutto il tempo di apertura sino al 28 febbraio con orari dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30. Nel mese di dicembre resterà aperta anche la domenica.
Nel ricco, assai illustrato catalogo si legge : Le icone accompagnano il credente per tutta la vita, celebrano la nascita dei figli, i battesimi, benedicono i matrimoni, confortano nei lunghi percorsi e nelle partenze per la guerra (le piccole icone da viaggio, pieghevoli, spesso di bronzo). Sono nelle chiese a unire e dividere lo spazio dell’altare (iconostasi), sono nei palazzi dei ricchi e nelle izbe dei contadini, e comunque a loro è riservato l’angolo più bello e importante della casa. In Occidente non troviamo nulla di simile, immaginette, statuine, crocefissi, rosari, libri di preghiera, ma nulla che sia paragonabile a questi oggetti d’arte e insieme di uso quotidiano, verrebbe da dire “utensili della preghiera”. Forse anche per questo motivo le icone russe per molto tempo non sono state considerate un fenomeno artistico. Solo nel secolo scorso e solo quando, dopo la Rivoluzione d’ottobre, rischiavano di essere travolte con i cimeli del vecchio mondo, si è destato intorno a loro un grande interesse, che ha portato a riconoscerle non solo un evento di eccezionale importanza nella cultura russa, ma anche a farle entrare nel novero dei capolavori artistici eterni, patrimonio dell’umanità, come dice l’iconografo Muratov.
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