L’emergenza educativa nel “tempo delle tribù”
E’ stato il Santo Padre Benedetto XVI a coniare la formula “Emergenza educativa” parlando alla Diocesi di Roma il 21 Gennaio 2008. Con questa espressione il Santo Padre vuole richiamare l’attenzione di tutta la Chiesa in questa opera, l’educazione, che in questi tempi, per le difficoltà proprie della nostra epoca, sta diventando una vera e propria emergenza: “ho pensato di rivolgermi a voi con questa lettera per parlarvi di un problema che voi stessi sentite e sul quale le varie componenti della nostra Chiesa si stanno impegnando: il problema dell’educazione. Abbiamo tutti a cuore il bene delle persone che amiamo, in particolare dei nostri bambini, adolescenti e giovani … Educare però non è mai stato facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Si parla perciò di una grande “emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita … In realtà, sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli adulti o dei giovani, che pur esistono e non devono essere nascoste, ma anche un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita.”
Non a caso la Chiesa italiana, nello stilare il programma pastorale per il prossimo decennio (2010-2020, ha deciso di focalizzare tutti gli sforzi per affrontare la sfida educativa. Ho avuto la grazia di partecipare alla settimana biblica di Crotone dove questo tema è stato affrontato dal punto di vista della comunicazione. E’ stata un’esperienza davvero illuminante. Sul palco dei relatori si sono alternate figure eminenti nel campo della Bibbia e della Comunicazione. Gli interventi del Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, don Guido Benzi, e del Direttore dell’Ufficio Comunicazione della CEI, Don Domenico Pompili, hanno dato alla settimana biblica un respiro davvero cattolico. Don Cosimo Avati, uno dei relatori, nel descrivere l’universo giovanile ha citato varie volte Michel Mafessolì, professore di sociologia alla Sorbona di Parigi, che da vari anni parla della cultura giovanile postmoderna. E’ lui che ha coniato la metafora Il “tempo delle tribù” per descrivere l’aspetto caratterizzante l’atmosfera nella quale vivono i giovani ( e non solo) oggi: il nomadismo! (Vedi Michel Mafessolì, il tempo delle tribù, il declino dell’individualismo nelle società postmoderne, Guerini studio Editore 2004).
Damiano Felini, Umberto Marongiu (esperti di comunicazione) hanno approfondito ancora di più la tematica dal punto di vista della comunicazione. Una società che non riesce (o che non vuole) a trasmettere valori certi, che non permette ai giovani l’ingresso nel mondo degli “adulti”: lavoro, casa, etc., che oscura il futuro per le nuove generazioni “parcheggiandole” nel “mondo virtuale” delle nuove tecnologie … le condanna inevitabilmente al nomadismo! I giovani si rifugiano nella “tribù” (o in più tribù contemporaneamente) degli amici, ma mai con un legame “indissolubile” (basta un click per entrare o uscire da una tribù). Disillusi dal mondo degli adulti, non credono più nella politica, nell’impegno tutti rivolti, come sono, a godersi il momento presente.
La nuova generazione, sradicata dal passato e senza un futuro sicuro che possa fare da punto di riferimento, “vaga”, senza sosta e senza regole, in un universo impenetrabile agli adulti per i quali non nutrono alcuna stima. Abbandonati a sé stessi, seguono non la ragione, ma l’emozione; pensano non con l’intelligenza, ma con il corpo, perseguono un solo obiettivo: vivere intensamente, a volte “in modo estremo”, il quotidiano. Non a caso la cultura delle nuove generazioni è definita, a volte, come la “cultura dello sballo”. Questo è il preoccupante identikit che, delle nuove generazioni (che fanno un uso eccessivo di Internet e dei social network come Facebook and Twitter), fa la Neurologa Britannica, Lady Susan Greenfield: “Giovani infantili, con scarse abilità di concentrazione e comunicazione, poco senso d’identità e il bisogno di gratificazione immediata che può avere un bambino”. (http://www.dailymail.co.uk/news/article-1153583/Social-websites-harm-childrens-brains-Chilling-warning-parents-neuroscientist.html).
La risposta della Bibbia letta e interpretata nella Chiesa non può essere che la stessa di sempre: Gesù Cristo, il più grande Educatore di tutti il tempi! (Tempo delle tribù compreso). In un tempo, quello di Gesù, in cui l’incertezza (politica, economica e sociale) regnava sovrana, Gesù si presenta sulla scena della storia e viene subito “riconosciuto da tutti, anche dai suoi nemici, come un grande leader! Dalla Resurrezione fino al tempo presente, una folla innumerevole “di tutte le razze e di tutte le tribù” ha seguito il Cristo entrando a far parte della Grande Tribù” del Figlio di Dio, la Chiesa! Quale il segreto del suo successo? Gli esperti della Bibbia, don Cesare Bissoli, don Federico Giuntoli, don Sebastiano Pinto, don Giacomo Perego, Marida Nicolaci, ci hanno aiutato a scoprirlo… L’insegnamento di Gesù, prima di essere una trasmissione di un messaggio, consisteva nella possibilità, che dava ai suoi educandi, di fare un’esperienza straordinaria …. La purezza dell’Amore di Dio!
Ogni persona, anche la più reietta, si sentiva accolta da questo “amore purissimo” di Dio per il quale nulla era impossibile! Questo era quello che i discepoli di questo Maestro sperimentavano e capivano: Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, il quale, come un Padre, veglia su tutte le sue creature destinandole ad un futuro spettacolare: la Vita eterna! Mons. Pompili, nel suo intervento, ci ha illustrato come la CEI, attraverso l’Ufficio di Comunicazione da lui diretto, è in prima linea nello studio e nell’approfondimento delle nuove tecnologie che sono considerate, usando una espressione del Santo Padre, Benedetto XVI, “un grande dono all’umanità”. La sfida per la Chiesa è far sì che attraverso queste nuove tecnologie possa essere comunicata l’inaudita esperienza dell’Amore onnipotente di Dio!
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