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L’educazione di Montalbán alla poesia

Ottobre 01
02:00 2006
Manuel Vázquez Montalbán (Barcellona 1939 – Bangkok 2003) non ha mai perso l’occasione di ‘educare’ i lettori di Pepe Carvalho alla poesia. Considerando acquisita quella poesia scaturente da situazioni governate spesso da sentimenti contrastanti, affidata dallo scrittore al suo ruvido eroe, che ama i libri, ma li brucia per accendere il camino, è un poliziotto che ama da una vita una prostituta, è duro con i duri e tenero con i deboli, Montalbán ripropone spesso versi di poeti conterranei, poeta egli stesso, fra le righe di romanzi dai titoli più insospettati. Nel ‘Il centravanti è stato assassinato verso sera’, addentrandosi nel mondo del calcio corrotto, nel folto di animi più corrotti del calcio (da non perdere in un periodo in cui la relativa cronaca ha sopravanzato la fantasia), e continuando ad amare i corrotti che trasforma in formidabili perdenti, propone i versi di Salvador Espriu (Santa Coloma de Farnés, Gerona 1913/ Barcellona 1985), poeta e narratore catalano. Un sedicente assassino invia comunicati minacciosi ed enigmatici servendosi di molti riferimenti letterari e poetici, tra cui il verso di Espriu:
Forse domani verranno
ancora lente ore
di chiarore per gli occhi
di questo sguardo tanto avido
Ma ora è di notte
e sono rimasto solo
nella casa dei morti
che solo io ricordo
La trama del romanzo resta volutamente larga e desiderosa di indugiare nei meandri della psiche umana, nei meccanismi terribili e meravigliosi che conducono all’autodistruzione persone mediocri e persone di rara intelligenza. Dal nero fondo nasce la curiosità per il verso di Espriu, poeta dalla vena eliotiana che dedicò molte pagine della sua poesia pessimistica ad una lucida meditazione sulla morte e del quale si ricorda la produzione di impegno civile antifascista tra cui ‘Per il libro di salmi di questi vecchi ciechi’ e ‘La pelle di toro’. Montalbán, nello stesso romanzo, non disdegna una ri-scrittura del verso di Espriu adattandolo alle esigenze del suo racconto, creando così un misterioso personaggio che imita stili letterari e poetici e fa citazioni colte, senza svuotare per un momento la tensione necessaria al racconto ‘giallo’, nella accezione più intelligente, quella che continua a regalare alle stampe grandi libri. Il lettore ne esce arricchito e stordito: dalla potenza della riga, dagli universi che, improvvisi, si dischiudono ad ogni pagina.
I centravanti hanno la testa di pietra e il corpo di corallo rosa
perciò si spezzano quando finiscono contro le scogliere.
Alla loro ombra crescete voi invalidi che mai poserete per un ritratto epico
e con la distruzione dei centravanti voi rinascete,
sul loro cadavere cresce la vostra statura di vinti biologi.
Per tutto ciò meritate che il centravanti venga assassinato,
all’imbrunire senz’altro.(‘)
vi dirò che bisogna farlo prima che giunga la notte e io rimanga solo,
nella casa dei morti che solo io ricordo



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