L’Amore, sempre
Attilio Stajano, dopo aver lavorato come ricercatore industriale, amministratore di programmi di ricerca presso la Commissione Europea, docente universitario a Bologna e in un centro di ricerca tecnologica negli Stati Uniti, ha scelto da pensionato il volontariato nel reparto di cure palliative per malati terminali di un ospedale di Bruxelles.
Egli ha raccolto in un libro, edito da Lindau con il titolo L’Amore, sempre, le sue esperienze più significative per dirci che il contatto con chi sta per lasciarci ci insegna molto sul senso da dare alla vita e soprattutto può insegnare a vivere meglio.
Stajano riesce a mettere in luce come l’accompagnare con umanità e rispetto il malato terminale dia a chi resta la possibilità di vivere il lutto in un altro modo e come la morte di una persona cara insegni a guardare all’essenziale. Veniamo a sapere così che i malati terminali, una volta accettato di stare in prossimità della morte, si distaccano gradualmente da tutto quello che nella vita era al centro delle loro attività e preoccupazioni. Si liberano da tutti i condizionamenti e sofferenze che hanno ingombrato la loro esistenza, per far emergere la parte migliore di loro stessi ed essere fecondi: in fondo con il sopraggiungere della morte ci si avvicina maggiormente alla verità. Alla fine sembrano restare vitali e indelebili solo le esperienze e le manifestazioni dell’amore. Compresi gli amori abbandonati o traditi, quelli che sono andati a finire male e di cui ci vergogniamo, perché in ogni sincera manifestazione d’amore si rivela il misterioso Amore universale che è all’origine della vita. A volte è proprio sul finire della vita che si cerca l’altro per sanare antiche ferite, o chiedere perdono.
La prefazione del libro L’Amore, sempre è stata curata da Marie de Hennezel, che circa venti anni fa in Francia è stata protagonista di un esperimento pilota di cure palliative per malati terminali, esperimento che è servito da modello per la messa a punto di reparti specifici di cure palliative in tutta Europa. È in uno di questi a Bruxelles che l’autore del libro svolge tuttora la sua attività di volontario.
La richiesta di eutanasia è abbastanza frequente da parte di pazienti ricoverati in uno stato di sofferenza intollerabile ed è dovuta soprattutto a una conoscenza incompleta delle soluzioni alternative che prevedono misure antalgiche adeguate, tali da garantire la dignità del paziente. Nella maggior parte dei casi, dopo un’opportuna informazione da parte del medico responsabile, il malato terminale ritira l’iniziale richiesta.
Le cure palliative sono l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e di accompagnamento regolamentate in Italia dalla legge n. 38/2010. Si rivolgono tanto alla persona malata che al suo ambiente familiare e sono assicurate dal servizio sanitario pubblico nei reparti specifici di alcuni grandi ospedali, negli hospice, in alcuni casi a domicilio. Purtroppo i decreti attuativi della legge n. 38 non sono stati recepiti dalle norme regionali in modo omogeneo sul territorio nazionale. Andando sul sito della Società Italiana di Cure Palliative (www.sicp.it) se ne può conoscere l’organizzazione e gli uffici regionali dove i cittadini possono trovare risposta alle richieste di assistenza per i loro cari.
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