L’amore di Dio vince ogni paura
Di recente a Roma (dal 24 al 26 settembre) si è tenuto il World Social Summit. Il tema del Convegno promosso dalla Fondazione Roma con la collaborazione del Censis e il patrocinio del Ministero degli Esteri, è «Fearless. Dialoghi per combattere le paure planetarie». E’ un tema quanto mai attuale anche in Italia, infatti cosa è l’emergenza sicurezza di cui tanto si parla ai nostri giorni se non l’altra faccia della paura ( al di là della questione se, nell’intensità con la quale si manifesta, sia giustificata o meno) nella quale la gente vive? Guerre, terrorismo, immigrati, tracolli di grandi agenzie finanziarie, crollo delle borse, perdita di migliaia di posti di lavoro. Viviamo in un’epoca di ansie su tutti i fronti. Come gestire la paura globale così da non rimanerne paralizzati? La paura del futuro, di quel che può succedere, attanaglia i cuori di tutti, ma soprattutto dei giovani, e rende traballante anche il presente. Quando poi a tutto questo si aggiunge che nella cultura dominante oggi, denominata liquida, il relativismo filosofico ed etico impera, abbiamo un quadro abbastanza fosco della situazione attuale. Il sociologo Mario Pollo, docente di pedagogia sociale dell’università Pontificia Salesiana e della LUMSA, così descrive la “società liquida”: «Per società liquida si intende una società priva di qualsiasi fondamento valoriale “solido” condiviso da tutti. L’accelerazione della liquefazione dell’attuale società definita post-modernità ha la sua origine sull’orientamento impresso alla società dal ruolo egemonico che l’economia ha assunto nella prima modernità. Lo sviluppo dell’economia esigeva l’eliminazione di qualsiasi realtà che rimandasse a qualcosa di “stabile”, di “solido”, di “eterno” che sarebbe stata d’intralcio all’espansione del potere economico. L’emarginazione del “sacro” e della “tradizione”, intesa come sedimento del passato nel presente, era per questa ragione inevitabile». A soffrire di più per questa situazione sono i giovani. Non ci meravigliamo allora che la maggioranza di essi per sfuggire a questa “cappa” angosciante che li sovrasta si rifugiano nel cosiddetto “sballo” , cercando così di sopravvivere.
E’ di pochi mesi fa la notizia della terribile morte di Nelly, una ragazza di 24 anni incinta e in procinto di sposarsi, ad opera di un drogato che al volante di un auto ha invaso la corsia opposta ed è andato a schiantarsi frontalmente sull’auto guidata dalla giovane donna. Purtroppo questa non è l’unica tragedia, sono centinaia i giovani che muoiono a causa di droga ed alcool. E l’età di coloro che fanno uso di queste sostanze si abbassa paurosamente. Sono ragazzi e ragazze adolescenti adesso i soggetti più a rischio. Questo fenomeno è stato chiamato da alcuni esperti “la cultura dello sballo”. Alcool e droga ti procurano un senso di euforia, ti trasfigurano la realtà e questo diventa un modo abituale di “divertirsi”. Se a ciò si aggiunge il clima infuocato della discoteca, la musica sparata a più di 120 decibel, si comprende come i ragazzi finiscano per ritrovarsi storditi e “fuori di sé”. Per qualche ora si dimenticano della monotonia della vita quotidiana. Una vita (quella reale, quotidiana non quella virtuale) nella quale questi ragazzi si sentono spaesati, insicuri e fragili di fronte alle prove e alle difficoltà di ogni giorno. In questo vuoto pauroso le parole del Santo Padre Benedetto XVI sono come luce nelle tenebre.
E’ il mandato che il Santo Padre Benedetto XVI ha consegnato ai giovani d tutto il mondo in occasione della Giornata mondiale della Gioventù tenutasi a Sidney in Australia il 15 Luglio scorso: «Costruite una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani. Cari giovani amici, il Signore vi sa chiedendo di essere profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire n futuro di speranza per tutta l’umanità».
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