Kenya: Save the Children, la gravissima crisi alimentare sta portando i bambini sull’orlo della catastrofe
Kenya: Save the Children, la gravissima crisi alimentare sta portando i bambini sull’orlo della catastrofe, quasi un milione i casi di malnutrizione acuta, in aumento del 25%
Diffuse oggi dall’Organizzazione le potenti immagini del pluripremiato fotografo Tommy Trenchard per illustrare l’impatto devastante della crisi sulla vita dei più piccoli.
Save the Children, che lavora in Kenya dal 1950, e i suoi partner locali hanno raggiunto nella zona settentrionale del Paese 381.232 persone tra cui 204.691 bambini, con sostegno economico alle famiglie colpite dalla siccità e mettendo in campo interventi nutrizionali
Le immagini di Tommy Trenchard per Save the Children sono disponibili al link
https://www.contenthubsavethechildren.org/Package/2O4C2S8VBXML
Una grave siccità che paralizza il nord-est del Kenya ha fatto aumentare del 25% il numero di bambini che soffrono di malnutrizione acuta quest’anno fino ad arrivare a quasi un milione, con il timore di un ulteriore incremento se le previsioni per un’altra stagione senza piogge risulteranno corrette, portando a una catastrofe senza precedenti.
Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, pubblica una serie di potenti immagini del pluripremiato fotografo Tommy Trenchard dall’epicentro della siccità per illustrare l’impatto devastante della crisi sulla vita dei bambini.
Le fotografie catturano la loro lotta per sopravvivere in uno degli ambienti più difficili della terra. Le famiglie sono costrette a scavare per trovare acqua fresca nei letti dei fiumi asciutti, i bambini descrivono di non sapere da dove verrà il loro prossimo pasto o se possono permettersi di andare a scuola e le madri allattano i loro bambini malati e malnutriti mentre piangono tutta la notte.
Il Corno d’Africa sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni dopo quattro mancate stagioni delle piogge con la crisi aggravata dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari dovuto alla guerra in Ucraina e alla pandemia di COVID 19. Almeno 18,6 milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia vivono in uno stato di grave insicurezza alimentare con una crescente malnutrizione e questo numero potrebbe salire a 20 milioni entro settembre. Ciò include più di 7 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione acuta e due milioni affrontano la forma più pericolosa: la malnutrizione acuta grave.
Più di due milioni di bambini vivono nelle regioni aride e semi-aride del Kenya settentrionale e orientale. Si stima che circa 942.000 bambini di età inferiore ai 5 anni e 135.000 donne incinte e madri che allattano siano gravemente malnutriti e necessitano di cure, in aumento rispetto ai 755.000 e 103.000, rispettivamente, da febbraio di quest’anno.
Oltre 1,5 milioni di capi di bestiame, vitali per le comunità di pastori per nutrire e sostenere le loro famiglie, sono stati spazzati via dalla siccità in Kenya. Di conseguenza, i bambini hanno poco latte per essere nutriti e gli animali sopravvissuti sono troppo magri per essere venduti e consentire alle famiglie di ottenerne un reddito.
Milioni di persone sono cadute in povertà e le famiglie non possono permettersi di sfamare i propri figli o mandarli a scuola. Circa 3,3 milioni di bambini sono a rischio di abbandono scolastico in Kenya, Etiopia e Somalia, dato triplicato in soli tre mesi.
Mahad*, 12 anni, vive in un villaggio nel nord della contea di Garissa, vicino al confine con la Somalia, con sua madre e sette fratelli. La sua famiglia ha perso centinaia di animali a causa della siccità e ora sta lottando per permettersi il cibo e il denaro necessario per tenerla a scuola. Il loro villaggio non vede pioggia da diversi anni e le famiglie sono costrette a scavare nel letto asciutto di un fiume in cerca di acqua. Suo padre Hussein*, 45 anni, ha detto: “Siamo ancora vivi. Non siamo ancora morti. Ma solo Dio sa cosa accadrà se ci sarà un’altra stagione senza piogge. Prima mangiavamo tre pasti al giorno, ora ne mangiamo solo due. A volte rimaniamo senza cibo. Per la scuola ci vogliono i soldi. In questo momento non li abbiamo…. Se non posso pagare le tasse scolastiche saranno costretti a rimanere a casa”. Mahad*, ha aggiunto: “Da grande voglio diventare un insegnante. Voglio restare a scuola”.
Anche Dualle*, 14 anni, racconta che da quando il bestiame è morto la sua famiglia non ha avuto niente da mangiare. Lui e i suoi quattro fratelli trascorrono giorni senza cibo e fanno affidamento sul sostegno dei loro vicini. Dualle* ha sottolineato che i bambini piccoli sono particolarmente colpiti dalla mancanza del latte degli animali e sono più esposti alle malattie perché sono malnutriti. Ha detto: “Il bestiame sta morendo e quindi la gente non ha niente da mangiare. Certe sere non cuciniamo la cena, i più piccoli restano affamati e il giorno dopo chiediamo aiuto ai nostri vicini che stanno meglio. Puoi trovarti a cuocere il cibo solo per tre giorni e nei giorni rimanenti non avere nulla. I più piccoli piangono molto perché non hanno un posto dove prendere il latte… a volte vanno a letto affamati. Possono contrarre qualsiasi malattia perché sono malnutriti e non hanno forza. Mia madre va dagli abitanti del villaggio e chiede aiuto, è così che mia sorella va a scuola e mia madre deve ripagarli. A volte però sta a casa per mesi, perché mia madre non può permettersi le tasse scolastiche”. Alla domanda sul futuro dei bambini, Dualle* ha risposto: “Prego che piova per la misericordia di Dio”.
“Queste potenti fotografie illustrano il disastro che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi. Nessun bambino dovrebbe andare a letto affamato, o non potersi permettere di andare a scuola o cercare a fatica un po’ di acqua potabile. L’aumento dei prezzi dovuto alla guerra in Ucraina, il cambiamento climatico e l’impatto economico del COVID-19 hanno creato una crisi alimentare di proporzioni senza precedenti, mettendo a rischio la vita di milioni di bambini. Con la previsione di un’altra stagione senza piogge per i bambini non c’è più scampo, il mondo deve agire ora per prevenire la catastrofe” ha dichiarato Yvonne Arunga, direttrice di Save the Children in Kenya.
Save the Children e i suoi partner locali stanno rispondendo alla crisi della siccità nel Kenya settentrionale e finora hanno raggiunto 381.232 persone tra cui 204.691 bambini, fornendo sostegno economico alle famiglie colpite per consentire loro di acquistare prodotti alimentari e non alimentari come l’acqua, mettendo in campo interventi nutrizionali per garantire che i bambini sotto i cinque anni e le madri in gravidanza e che allattano abbiano accesso a screening e cure per malnutrizione e altre malattie infantili. Inoltre, Save the Children supporta le famiglie in grave carenza idrica attraverso il trasporto di acqua, la riabilitazione e la fornitura di energia solare per i pozzi, nonché fornendo mangimi e servizi di vaccinazione per il bestiame nelle aree ad alto rischio.
Save the Children in Kenya
Save the Children fornisce supporto ai bambini in Kenya attraverso i propri programmi di sviluppo e umanitari dal 1950. L’Organizzazione collabora con le comunità, i partner locali e il governo per progettare e realizzare programmi per soddisfare le esigenze dei bambini più vulnerabili, con interventi di salute e nutrizione, sicurezza alimentare e sussistenza, protezione, promozione dei diritti dell’infanzia, formazione scolastica, risposta umanitaria e diritti degli adolescenti, ed è impegnata ad ottenere un maggiore investimento di risorse pubbliche e private in favore dei bambini.
Per sostenere gli interventi di Save the Children in emergenza: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze
Qua è possibile scaricare le immagini realizzate dal fotografo Tommy Trenchard: https://www.contenthubsavethechildren.org/Package/2O4C2S8VBXML
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