Jannat e Malak sono morte per il vento?
Alla fine l’ha dovuto dire il papà delle sorelline Jannat e Malak Lassiri di 3 e 14 anni che le sue figlie morte in campeggio, nella tenda sulla quale è caduto un pioppo durante l’episodio di vento forte che si è abbattuto sulla zona, non sono morte per il maltempo né per il fato cattivo né per le stelle che la maggior parte delle volte ‘stanno a guardare’.
Dalle prime dichiarazioni dell’amministrazione di Marina di Massa, dov’è accaduta la tragedia, sembrava che fosse successo nulla di così grave e non la morte una bimba di appena tre anni, ed una ragazza in fiore, speranza sportiva, due ragazzine belle e brave, come solevano dire i greci (e perché due innocenti non possono essere altro), che vivevano a Torino con la famiglia e stavano per fare ritorno a casa dalle vacanze. Le indagini sono in corso ma un albero sano, ormai c’è una pletora di esperienze simili su suolo italiano da quando s’abbattono sulla Penisola fenomeni meteorologici intensi o straordinari, non cade come niente fosse, essendo un organismo perfettamente capace di resistere anche a violente sollecitazioni naturali, per esempio: una tromba d’aria lo scorso inverno, sulla costa laziale all’altezza di Sabaudia, spezzò molti alberi di media grandezza, poco oltre la metà del tronco a partire da terra ma non riuscì a sradicarli perché evidentemente avevano sistemi radicali integri. L’albero è un pioppo ripreso più volte dalle telecamere dei telegiornali e di cui sono disponibili le foto da cui si osserva un piatto radicale inesistente e, dove esistente, marcio. Il fato, il maltempo generico non uccidono: ma questi assieme alla incuria, nel migliore dei casi, o alla non considerazione dei problemi legati alla coabitazione natura/persone (in un campeggio, come in parco pubblico, il rapporto è strettissimo, vista la necessità di ombreggiamento), possono determinare problemi molto gravi.
L’albero, per la sua dimensione, probabilmente, fosse caduto su una roulotte o sopra un camper avrebbe prodotto qualche danno materiale ma non avrebbe ucciso nessuno. Dalle prime dichiarazioni ascoltate, meglio dimenticare anche chi le abbia fatte, sarà utile ricordare nei luoghi deputati alla giustizia, pare che invece, alla fine, il torto ce l’avesse la famigliola che occupava un’area’ forse’ non proprio preposta al campeggio (e nel caso chi li avrebbe autorizzati a mettere la tenda proprio lì?!). Non si possono, non si devono fare accuse ingiuste, occorrono accertamenti e indagini approfondite ma pur nella confusione ingenerata in molte persone da quelli che oggi chiamiamo banalmente ‘cambiamenti climatici’, e che sempre noialtri abbiamo contribuito a favorire nella loro drammaticità con le nostre azioni sconsiderate, prima ci prendiamo le responsabilità di come gestiamo il territorio e meglio sarà per noi. Le piccole Jannat e Malak Lassiri lo meritano. (Serena Grizi) immagine web
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