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Jane Goodall, per l’Africa e per le future generazioni

Jane Goodall, per l’Africa e per le future generazioni
Gennaio 05
02:00 2007

Jane GoodallUn incontro da ricordare, un personaggio di quelli che lasciano trasparire un carisma particolare, proprio solo dei grandi personaggi, di quelli che cambiano la storia: si tratta di Jane Goodall, meglio conosciuta come la signora degli scimpanzè, primatologa di fama mondiale, giunta a Roma, lo scorso 1 e 2 dicembre, in occasione di una due giorni dedicata alla sua associazione di volontariato ‘Jane Goodall Institute’, diffusa in diversi paesi del mondo e presente anche in Italia. L’incontro con le scolaresche romane, l’inaugurazione della mostra fotografica sulla natura africana di Alessandro Bee (che proseguirà sino al 14 gennaio presso le sale del Parco Naturale Regionale dell’Appia Antica in Via Appia 40-42), la conferenza con la cittadinanza romana sono stati gli eventi che hanno accompagnato la permanenza della famosa scienziata nella Capitale e che hanno consentito a tutti di poterla conoscere ed interrogare sulle esperienze della sua vita. Un’esistenza caratterizzata dall’amore per gli animali e per la natura, che l’ha portata a vivere e lavorare per anni in Africa, studiando il comportamento delle scimmie ed avviando importanti programmi di ricerca sugli scimpanzè. I risultati scientifici ottenuti dalla Goodall in anni di ricerche sul campo hanno permesso di capire aspetti fondamentali del comportamento animale e dell’evoluzione della specie umana, contribuendo a far conoscere Jane Goodall in tutto il mondo ed a ricoprirla di onoreficenze per la sua opera nella scienza.
Nel 1977 fonda il Jane Goodall Institute, organismo nato per migliorare la ricerca, l’educazione e la conservazione, con un occhio di riguardo per le popolazioni più povere del pianeta. Quell’istituto negli anni è cresciuto sino a presenziare in 18 paesi del mondo, sostenendo progetti legati alla conservazione della natura ed alla crescita e sviluppo delle etnie autoctone viventi nei luoghi più selvaggi ed allo stesso tempo più in pericolo del mondo. Oggi molti bambini di quel ‘Terzo Mondo’ dei libri di geografia sperano in un futuro migliore grazie anche alle strutture del Jane Goodall Institute, e sono educati a gestire in maniera sostenibile l’immenso patrimonio naturale che li circonda. Tra questi, anche i bambini del Sanganigwa Children’s Home, l’unico orfanotrofio della regione di Kigoma, in Tanzania, dove la maggior parte della popolazione vive in condizioni di estrema povertà. L’orfanotrofio grazie al sostegno economico del Jane Goodall Institute ospita, sfama ed educa decine di bambini orfani a causa dell’AIDS, e li prepara a gestire autonomamente il loro territorio e le risorse naturali uniche dei luoghi in cui vivono, che spesso non passano inosservate neanche agli occhi delle grandi multinazionali straniere. La Goodall ha fatto spesso riferimento durante la sua conferenza alle giovani generazioni, alla necessità di educarle e renderle consapevoli dell’importanza della natura non solo per la sua bellezza ma anche per la sopravvivenza del genere umano. ‘In alcune tribù indigene i vecchi saggi discutono di come utilizzare le risorse ambientali affinchè le stesse possano essere utilizzate anche dalle 7 generazioni successive’ nelle nostre società occidentali consumiste sarebbe già un’ottima cosa se si pensasse almeno alla prossima generazione’. Questa è una delle frasi pronunciate dalla celebre studiosa, molto critica sui comportamenti consumistici ed assolutamente dannosi per il pianeta, propagandati dai modelli di sviluppo dei paesi più ricchi. La natura sa essere straordinariamente bella ma anche orribilmente catastrofica quando si cerca di stravolgere i suoi ritmi. Come ricorda la Goodall, l’essere umano, pur essendo l’organismo vivente più intelligente di tutti, sta mettendo in pericolo la sua stessa sopravvivenza e, pur essendo evidenti i suoi errori, non sembra far nulla per correggerli. I Cambiamenti Climatici (Global Change) sia pur negati ancora strenuamente da qualche demente, sono oggi un dato di fatto, provocati in buona parte da un errato ed eccessivo utilizzo delle risorse naturali, quali ad esempio il petrolio ed i suoi derivati. La deforestazione scriteriata nelle foreste tropicali per creare pascoli evanescenti per il bestiame e far intascare soldi alle ricche multinazionali, o ancora lo spreco energetico nella nostra vita quotidiana, l’inquinamento di acqua, suolo ed aria in ogni punto del globo terracqueo, sono tutte cose che non vanno. Così accade che la nostra esistenza cittadina peggiora, con l’aumento del traffico ad esempio, perché ognuno di noi ha un’automobile a testa, e che le popolazioni povere del pianeta peggiorino sempre di più, vittime dello sfruttamento indiscriminato dei paesi ricchi e soggiogate per rimanere inermi al nostro servizio. Poi quando qualcuna comincia a svilupparsi lo fa imitando il modello sbagliato di chi li ha dominati per anni. E’ in questo modo che l’umanità potrebbe eliminare se stessa, alterando irrimediabilmente i processi naturali che oggi ancora ci danno beni fondamentali quali acqua, cibo e salute. ‘Ciascuno di noi può fare qualcosa per cambiare il destino del mondo, che cosa però lo deve scoprire lui stesso’ è questa la frase rivolta a chi le chiede cosa poter fare per aiutare il pianeta. Una giornata all’insegna di una protagonista del nostro tempo, di quelle che lasciano segni indelebili nelle coscienze, condensati in quell’urlo ritmato in crescendo, che richiama le nostre origini, perfettamente rievocato dalle corde vocali della Goodall: il saluto dello scimpanzè, la scimmia che più di tutti rappresenta il legame fra l’uomo ed il mondo animale.

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