J.C.Izzo, autore di culto
Titolo: Jean-Claude Izzo – Storia di un marsigliese
Autore: Stefania Nardini
ISBN: 978888372489
Editore: Alberto Perdisa Editore
Prezzo: € 14 e-book disponibile € 6,90
Copertina:
Descrizione: Per verificare quanto Jean-Claude Izzo (con l’accento alla francese sulla ‘o’), nato e vissuto a Marsiglia per soli 55 anni, sia un autore di culto basta frequentare le librerie. Almeno la trilogia di cui è protagonista Fabio Montale Casino totale, Chourmo e Solea si trova sempre sugli scaffali, spesso in edizioni nuove, audiolibro, e-book, anche a 12 anni di distanza dalla sua scomparsa. L’autore è popolare anche nella sua città natale nella quale continuava a designarsi
un rital (in argot una persona di origini italiane), quello che era, e di più, perché nato da Gennaro Izzo e Isabelle, francese di origini spagnole. Lo straordinario libricino uscito nel 2010, scritto da Stefania Nardini e con le belle, evocative illustrazioni di Ivana Stoyanova, ci trasporta con facilità nel mondo di questo eclettico autore che abbracciò la carriera giornalistica, scrisse poesie, testi di canzoni e infine ottenne un inatteso successo proprio con i suoi noir mediterranei. I suoi lettori sanno quanto ‘noir’ sia un genere riduttivo per contenere i suoi romanzi: poiché non si può parlare di Izzo senza citare pezzi di storia, e di geografia, francesi. La geografia è quella di Marsiglia città bella e brutta, piena di vita come tutte le città di mare e riverniciata a festa per il turismo di massa; piena di bar e ritrovi, ma della quale capire qualcosa solo guardando la gente negli occhi e accettandone la naturale ruvidezza. La storia che pervade molti scritti di Izzo è quella degli ex cantieri navali di Port de Bouc, divenuto luogo di riappropriazione culturale da parte delle cinquanta etnie che convivono sul suo territorio e di paesi come Martigue e Fos, sempre sulla Costa Azzurra. Per sapere quanto le cronache dei lontani anni ’70 a Port de Bouc siano attuali, basta citare il ricordo di un amico di Izzo: «Quando i duemila operai furono mandati a casa c’era gente che parlava con i cantieri come fossero persone (…) aiutaci a tornare alla vita, imploravano con il volto tra le sbarre dei cancelli chiusi». Izzo intuì più di tutti che la memoria avrebbe potuto aiutare l’identità di tutte queste persone spaurite davanti alla prospettiva del nulla occupazionale, che in tempi moderni significava la più drammatica prospettiva del nulla esistenziale. Mesi di ciclostili di ‘Quaderni della memoria’ contribuirono a mantenere unità e solidarietà fra le persone che non facevano mai mancare pasti comuni a chi non aveva più la possibilità di guadagnare la giornata, una grande vittoria culturale, umana. Nelle pagine della Nardini non solo storie edificanti dell’autore di culto, ma anche le debolezze e il mistero particolare che sembrava animarlo, mai interpretato neppure dalle compagne che ebbe vicino e dall’unico figlio. Ampi stralci poetici e ricostruzioni di avvenimenti della storia recente. Davvero una pubblicazione preziosa, oltretutto ben curata nei dettagli e gradevole da portare con se, per chi vorrà riassaporare le atmosfere care allo scrittore o per chi vorrà affrontare la bella avventura di leggerlo per la prima volta.
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