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Izo, di Pascal de Duve*

Izo, di Pascal de Duve*
Gennaio 01
02:00 2007

La copertina del libro«(…) l’eternità è l’essenza stessa di Dio, in quanto questa racchiude l’esistenza necessaria; dunque le cose nella specie dell’eternità, vuol dire concepire le cose in quanto esse si concepiscono attraverso l’essenza di Dio come degli esseri reali. Sì, E di conseguenza la nostra anima, nella misura in cui concepisce se stessa e concepisce il corpo, nella specie dell’eternità, arriva inevitabilmente alla conoscenza di Dio, e sa, sì sì. In definitiva le persone sono di tre tipi: quelle che servono Dio, avendolo trovato; quelle che si adoperano per cercarlo, non avendolo trovato; quelle che vivono senza cercarlo e senza averlo trovato. Le prime sono ragionevoli e felici; le ultime sono stolte e infelici; quelle di mezzo sono infelici e ragionevoli. (…)» . Consiglio di leggerlo questo racconto. Reperirne una copia, magari direttamente presso le Edizioni del Cardo, Albano Laziale, Via Saffi 113 (www.edizionidelcardo.it). Raramente ho annusato, ho gustato, qui leggendola, la ‘leggendaria’ (…ma non troppo) e proverbiale fantasia francese, degli artisti francesi. Degli scrittori francesi anche se ‘adottati’ come il vallone (i belgi di lingua francese) de Duve. L’estro, il balzo nel creare, immaginare o leggere il mondo, di dipingerlo questo, magari cambiandolo o migliorandolo, o renderlo più simile a noi, o magari lo stesso Universo dove siamo confinati capire, cui spesso etichetto i francesi, oggi è proprio… rivoluzionario. Spirito rivoluzionario, sì sì, tanto nel dipinger le tele (l’Impressionismo, cui influenze o suggerimenti estetici leggo nel racconto, nella narrazione, un tributo nell’immaginare chi o cosa) tanto quanto le pagine con parole, sintassi e periodi. Questo slancio, questo balzare in alto e rimanervi fermo a mezz’aria, come fa spesso questo… Izo, con il compianto Pascal de Duve raggiunge un apice davvero invidiabile e interessante, pienamente godibile e sul piano base narrativo. Sì, forse Izo è «l’ultimo vangelo possibile» come dice lo stesso de Duve della sua… Racconto che lascia il lettore, specie se latino, italico, comunque d’oltralpe, con un senso d’humor, di profondo dolore… di tutta un’ampia gamma di sentimenti e sentire umani, di esperienze dell’umano vivere, l’esistenza, dell’umana storia, condensati in 233 pagine per un libricino (l’editore si scusa con gli ipermetropi) di cm 12X16.8. Storia go-di-bi-lis-si-ma, sì, da leggersi tutta d’un fiato oppure gustarsela leentaameente, di consumarla leeentamente, come una succosa gustosa caramella, balsamica. C’è uno studente di importante estrazione borghese parigina, che incontra……..in un famoso parco pubblico di Parigi, in un giorno di pioggia che…….e……..La moderna Parigi e i tempi moderni, storie ed esperienze normali e nomadi, curiose, banali e straordinarie fanno da scenario o condimento. La vita moderna visti, sentiti e raccontati, affrescati dai due protagonisti, a tratti ora tanto ludici da sembrare proprio infantili, quanto assolutamente maturi, scritti da un navigato e maturo saggio scrittore, che quantomeno sa dare degli interessanti suggerimenti e punti di riflessione sul senso della vita e dell’esistenza. Le visioni fantastiche e creative di De Duve, ora oniriche, sono bellissime pennellate di narrativa e della vita. Izo, la sua straordinaria intelligenza e cultura sono estensioni e ramificazioni sensoriali del brillante e multiculturale de Duve. Izo forse non poteva che partorire da altre menti che non quella propria del De Duve. Infine. Per chi ha visto al cinema Il favoloso mondo di Amelie, non può non leggere in Izo una fonte di ispirazione per la fotografia del film, per i paesaggi e le atmosfere urbane di Parigi così ben dipinte e sfumate dallo scrittore.
* Scrittore belga-francofono, morto il 16 aprile 1993 a 29 anni. Sono scarse le notizie sull’infanzia, si mostrò precocemente curioso di tutto, tanto che a undici anni incominciò quella che chiamava collezione di lingue ed arrivò a parlarne almeno quindici. Tra il 1982 e il 1983 studia sinologia ed egittologia in Belgio, alla Katolieke Universiteit di Lovanio. Nel 1984, a vent’anni, parte come volontario in missione umanitaria in mezzo ai diseredati dei sobborghi del Cairo. Nel 1987 si trasferisce a Parigi, dove pubblicherà i suoi due romanzi, e si laurea in filosofia, materia che insegnerà per due anni nel 1990-91.

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