Italiani sono sempre gli altri
[…] Da dove nasce quel «disagio della nazionalità» sul quale si è costruita una storia conflittuale del paese e che stiamo cercando di descrivere in queste pagine? Il Risorgimento non fu un movimento di popolo […] L’ultima e corposa “picconata” (forse). Il Senatore Cossiga, presidente emerito della Repubblica Italiana, con Pasquale Chessa, vicedirettore ad personam di «Panorama» e docente alla Sapienza di Storia dei fascismi, sono autori per la Mondatori di 242 interessanti pagine della Storia («controstoria») d’Italia. Altro che Macchiavelli, qui s’è sostenitori (ultrà) del Guicciardini e de lo particolare suo! Una sintetica ed esaustiva carrellata storica da Camillo Benso conte di Cavour al Silvio Berlusconi, l’immancabile e ben focalizzata Italia giolittiana e le turbolenze di fine ‘800-1913, passando infine per i travagli e maldipancia del secondo Dopoguerra, le ingerenze e dispotismo USA (l’arcigna ambasciatrice Clare Boothe Luce) e la prima generazione e rispettivi padri che hanno vissuto l’Italia Repubblicana. Una certa naturale attenzione e cura nel raccontare e analizzare il ruolo del Vaticano, dei cristiani cattolici e la vita politica di questa popolazione, tornati oggi (Politiche 2008) ad avere un ruolo particolarmente strategico, in una complessiva vita politica Italiana cadenzata da una catena “infinita” di tattiche e “tatticismi” (abuso).
Gli “anni di piombo” e del “Kossiga boia” raccontati velocemente dalla figlia (allora liceale) Annamaria. La vita politica durante la stagione propria della DC, vissuta e analizzata («pelo e contropelo») ora in prima persona da Cossiga stesso, temprato protagonista (anni ‘50-’60) e memoria vivente: […] Ci battevano per un nuovo partito di massa, autonomo dalle gerarchie ecclesiastiche, più vicino alla base, ideologicamente antifascista e perciò moderno: dossettiani senza Dossetti, ci sentivamo dei «leninisti cristiani». Ci chiamavamo Giovani Turchi […] Cosa evidenziata da Cossiga, è l’importanza complessiva e strategica dell’area dei Castelli Romani nella dinamica politica nazionale (cosa che evidenzio anche nella mia tesi-saggio). De Gasperi soggiornava a Castel Gandolfo e qui si svolgevano importantissime riunioni e consulti, oppure la celebrata “battaglia di Grottaferrata” (Luglio 1951), storico centro campione dei cattolici e nel Lazio, teatro del consiglio nazionale della DC, con duri scontri tra Fanfani (altro protagonista marcato qui a uomo) e Dossetti, oppure le manovre comuni con i socialisti e i repubblicani (Albano Laziale e Ariccia). Comunisti e Pci dei quali Cossiga evidenzia i travagli interni e sotto Enrico Berlinguer (altro sardo), ora invece la coraggiosa intelligenza politica (l’”eurocomunismo”). Vulcano Laziale, e dintorni, dunque, teatro centrale (non solo geograficamente) dell’Italia e soprattutto repubblicana. Un bel e centrale “ring” e nazionale dello scontro tra forze tradizionaliste e progressiste, laici e cattolici…tra “bianchi” e “rossi”. Secondo solo forse all’Emilia Romagna. Il libro non pretende di essere un testo “scolastico”, ma è particolarmente illuminante e riflessivo. Cossiga pecca forse un po’ troppo di ottimismo nel dipingere la storia Italiana e della DC. “Italiani sono sempre gli altri”…e arcitaliani sembrano qui essere, e per volontà, gli isolani sardi più che i continentali!
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