Italia: minacciata la libertà di stampa?
Il cataclisma finanziario, la crisi pubblicitaria, l’adattamento all’universo digitale e i licenziamenti dei giornalisti sono temi che coinvolgono tutti i giornali del mondo. Molti esperti temono che tale situazione vada a incidere sulla qualità della comunicazione a mezzo stampa. Ma più che un timore è ormai realtà, quella emersa da una ricerca condotta da ‘Freedom House’, organizzazione no-profit statunitense, che in base al rapporto ‘Freedom of the Press 2009′, ci mostra dati allarmanti, come quelli che nel 2008 vedono l’Italia, Paese di consolidata democrazia, coinvolta nel processo di diminuzione della libertà di stampa.
L’Italia infatti, così come altri paesi quali Israele e Taiwan, è passata dallo status di “Paese libero” a quello di “Paese parzialmente libero”. Il caso dell’Italia, in particolar modo, ha registrato una declassazione in virtù di limitazioni legislative, a causa di un esponenziale aumento delle intimidazioni da parte del crimine organizzato nei confronti dei giornalisti e dell’aumento della concentrazione della proprietà dei media. La nuova ricerca sottolinea che solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi dove vige la libertà di stampa.
Il 2009 è stato un anno senza precedenti anche per quel che riguarda la repressione on-line. Parola di Reporter senza frontiere (Rsf) che denuncia: 151 blogger e cyber-dissidenti sono stati arrestati l’anno scorso mentre 61 hanno subito violenze fisiche. Di essi, 100 sono ancora imprigionati perché hanno scritto on-line le proprie opinioni. Il numero dei Paesi che applica la censura on-line è raddoppiato nel 2009, una tendenza preoccupante che indica come i governi cerchino di aumentare il loro controllo sui nuovi media.
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