Italia: ASGI e CGIL denunciano la Lega Nord ad Adro
Ancora Adro (Brescia)! ASGI e CGIL denunciano la Lega Nord per molestie e ritorsioni a sfondo razziale contro la militante della CGIL che difende gli immigrati a Adro.
L’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e la Fondazione Piccini per i diritti dell’uomo, hanno depositato al giudice di Brescia un’azione giudiziaria anti-discriminazione contro la Lega Nord sezione Lombardia e contro la Lega Nord nazionale in relazione all’affissione di un manifesto sulla vetrina (lato interno) della sede della Lega Nord di Adro (prov. di Brescia). Nel manifesto sono state scritte frasi altamente offensive nei confronti di una locale militante della SPI CGIL Pensionati nota per il suo impegno a fianco degli immigrati e per la sua militanza contro i provvedimenti discriminatori promossi dal governo locale della cittadina a guida leghista e balzato agli onori della cronaca per la nota vicenda delle centinaia di “soli padani” apposti sugli spazi della scuola comunale.
Facendo evidente riferimento all’aiuto prestato dall’iscritta allo SPI CGIL ad un nucleo familiare immigrato che era stato oggetto di un provvedimento di sfratto, il manifesto riporta la seguente frase ingiuriosa: “Cara la me romana [che è il nome della militante CGIL] sono tutti bravi a fare i culattoni con il culo degli altri (tipico dei comunisti: quello che è tuo è tuo quello che è mio è tuo) portatelo a casa tu il beduino sfrattato (non paga l’affitto da due anni) noi nella casa del comune ci mettiamo gente anziana e bisognosa ma di Adro. Prima i nostri poi anche gli altri! W la lega nord, W Bossi”. I ricorrenti ravvedono nei contenuti del manifesto la fattispecie della molestia a sfondo etnico-razziale definita e conseguentemente proibita dall’art. 2 c. 3 del d.lgs. n. 215/2003 di recepimento della direttiva europea n. 2000/43/CE. Inoltre la stessa Corte di Giustizia europea con la sentenza 17.7.2008 “Coleman” ha introdotto nel nostro ordinamento la nozione di discriminazione e molestia “associata”, nel senso che il soggetto viene colpito non in quanto appartenente al gruppo protetto, ma in quanto collegato al gruppo e al fattore protetti. Questo non e’ l’unico episodio molesto sofferto dall’interessata, ma giunge a seguito di altri episodi, per cui emerge evidente il collegamento e la finalità ritorsiva rispetto all’attività compiuta dalla vittima di contrasto alle discriminazioni ed alle politiche pubbliche discriminatorie operate dal governo locale a guida leghista e culminate in una serie di azioni giudiziarie conclusesi con la condanna dell’ente locale.
ASGI e Fondazione Piccini hanno dunque richiesto un risarcimento a carico della Lega Nord e a favore della parte lesa pari a 30.000 euro, oltre all’immediata rimozione del manifesto offensivo.
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