Istituto Luce: i suoi primi 90 anni
La mostra sui novant’anni del Luce – inaugurata oggi al Vittoriano di Roma e allestita fino al 21 settembre – è un viaggio nell’immaginario dei nostri padri, che è anche il nostro. Migliaia di ore di film e milioni di fotografie permettono di rivivere un mondo lontano ma in cui ognuno può riconoscere la propria storia, collettiva e anche personale: un luogo, un viaggio, una situazione.
Quando, novant’anni fa fu fondato l’Istituto Luce, l’Italia era un paese molto diverso da oggi. La maggior parte degli italiani viveva e lavorava in campagna, non esistevano autostrade né periferie cementificate, si parlavano decine di dialetti diversi, non c’era ancorala radio né la televisione. C’erano però il cinema e la fotografia, che divennero per molti la principale forma di conoscenza del mondo e della stessa Italia. Fu proprio il Luce a mostrare al paese, unificato da appena sessant’anni,la geografia e la politica, la scienza e la natura, e i miracoli della modernità.
Con le fotografie, stampate sui rotocalchi illustrati, e i cinegiornali e i documentari Luce, proiettati nei “cinematografi”, nelle piazze e nelle scuole, gli italiani hanno costruito il proprio immaginario. Hanno visto per la prima volta “dal vero” l’Africa e l’India, e anche Roma o Venezia,per molti terre misteriose non esistendo ancora il turismo di massa; hanno osservato i “microbi” attraverso il microscopioe vissuto la magia del volo dal punto di vista del pilota. E hanno conosciuto la politica, che proprio allora, e per prima volta, impara a mostrarsi e a cercare il consenso attraverso gli occhi più che le parole.
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